recensione diGiulio Verdi
Help me make it through the night
Payne riunisce in sé tutti gli elementi necessari a un autentico cantante country: un'antenata country illustre, un'adolescenza difficile, il ricorso non ideologico alla religione, un viso tormentato alla James Dean e persino un cognome che, come un presagio, ha lo stesso suono del dolore che esprime nelle proprie canzoni più genuine.
Una di queste è "Christian", in cui Payne elabora proprio il trauma di un rapporto finito a causa dell'intolleranza religiosa. «Dimostra la fede che dici di avere/ E di cui fai sfoggio con orgoglio davanti a tutti quanti/ Lasciati andare a un pianto liberatorio: non hai niente da nascondere/ E io non me ne andrò». Inutile dire che le cose non vanno a finire bene nella canzone tanto quanto non l'hanno fatto nella vita del cantante: Payne è passato per dipendenze da alcol e droghe leggere, trovando nella musica una costante valvola di sfogo. Oggi ha una solida carriera cinematografica (il cui apice è stato il ruolo in Walk the Line - Quando l'amore brucia l'anima) e porta avanti l'eredità musicale della madre, di concerto in concerto. Sul lato sinistro del petto ha un tatuaggio a forma di cuore stilizzato: al suo centro c'è la scritta "Benedict", il nome del ragazzo amato in seminario.