L'età acerba

25 febbraio 2004

Techiné firma un film dall'apparenza aerea e leggera, di buona costruzione narrativa e agile svolgimento, ma che in realtà mette molta carne al fuoco e indaga con sensibilità il passaggio critico dall'adolescenza alla giovinezza. Lo smarrimento dei ragazzi è seguito su due piste parallele, talora contrapposte: la sessualità e la politica. Il campionario è completo: l'omosessuale fatto e finito; quello che ha un rapporto occasionale ma poi si "normalizza"; un terzo ragazzo che va a letto con i maschietti solo per deliberata scelta politica, perché è politicamente scorretto; la ragazza frigida col paravento pretestuoso della politica, che si sbloccherà solo con la passione proibita per il giovane fascista. Techiné, anche per via di giovani interpreti legnosi, semplifica un po' troppo il gioco (è fin troppo prevedibile e certo semplicistico, per esempio, l'amore tra l'estremista comunista e l'estremista fascista). Il film ritrae però con efficacia lo smarrimento della crescita e le volubili instabilità emotive e affettive della gioventù, e non concede sconti nel finale: nessuno dei quattro protagonisti potrà soddisfare il primo sogno d'amore. Il dolore fa il suo primo ingresso significativo nelle loro vite: comincia per tutti la vita adulta.
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