Araki tenta un ritratto globale dell’esistenza difficile degli adolescenti omosessuali rifiutati dalla società (e dalle famiglie), persi in un ambiente degradato, incerti sul loro presente e sul loro futuro, dubbiosi circa ogni utopia sentimentale. C’è ogni possibile dramma, dal tradimento al pestaggio omofobo, dal rifiuto della famiglia al suicidio, ma al contempo molta ironia, discussioni su ogni aspetto dell’esistenza (raccolte talore in forma di falsa intervista in video) e della sessualità, con perlustrazioni di aspetti pressoché inediti. Nulla di scandalistico o di opportunistico, comunque: il sesso è tutto nei racconti e nelle voci, di raro realismo, e tutto fuori campo. Araki riesce a cogliere bene alcuni aspetti dell’esistenza dei personaggi, senza stereotipi, senza reticenze né vittimismi, gira con più idee che soldi e firma uno dei suoi film complessivamente più convincenti.