recensione diMauro Giori
L'atelier di Veronica
Questa sit-com gradevole è tutta incentrata sulla brava Kristie Alley, ma una delle sue più riuscite fonti di comicità è il personaggio di Josh, con il tormentone della sua omosessualità velata, o forse sarebbe meglio dire inconsapevole.
Fin dalla prima puntata, infatti, a tutti i personaggi, fissi o occasionali che siano, l'omosessualità di Josh appare evidente, come appare evidente allo spettatore: è l'unico personaggio maschile a commentare puntualmente la bellezza degli altri uomini, senza contare che dispensa alle sue colleghe consigli su vestiario, pulizie domestiche, ricette, ecc. Ma Josh rimane convinto della sua eterosessualità fino alla terza stagione.
Una delle puntate più paradossali ("Veronica's great Model Search", 1998) lo vede addirittura convincere un vecchio amico di studi, Scotty, a fare coming out poco prima del matrimonio. Scotty tenta invano di fare altrettanto con Josh, che diverrà consapevole della propria omosessualità solo nelle ultime puntate, quando anche il suo fidanzamento salterà: sollecitato da Veronica, dopo che durante l'addio al celibato ha baciato un vicino di casa, Josh si decide infine a dichiararsi gay durante la cerimonia di nozze ("Veronica helps Josh out", 2000). Veronica, madrina orgogliosa, sigla la puntata con un "that's my boy!" biascicato tra le lacrime (in questa puntata Kristie Alley dà il meglio di sé).
Nella puntata successiva Josh si fidanza proprio con il vicino di casa, un uomo di colore effeminato ma anch'egli convinto della propria eterosessualità (nell'ultima puntata della serie farà però coming out con dei genitori ultracomprensivi e presenterà loro Josh, accettato senza problemi nonostante sia... bianco). Anche se in questa puntata si lascia intendere, ribaltando il gioco dell'intera serie, che entrambi non fossero inconsapevoli della loro omosessualità, ma semplicemente velati.
Nel complesso comunque il personaggio di Josh è ben tratteggiato e il suo interprete lo tiene lontano dagli eccessi degli stereotipi con cui pure gioca, facendone un tipo tradizionale sì, ma dotato di una certa credibilità drammatica e anche di una sua vena originale.
La serie purtroppo ha avuto una vita piuttosto travagliata nella terza stagione, tra cali d'ascolto e l'abbandono di alcuni attori, e alla fine è stata prematuramente sospesa: le ultime quattro puntate registrate non sono state nemmeno trasmesse.