recensione diStefano Bolognini
Pedofilia Per saperne di più
Breve saggio che indaga gli aspetti storici, sociali e psicologici della pedofilia offrendo la prospettiva dell’abusante e dell’abusato.
E' uno tra i pochi testi pubblicati in Italia che non confonde pedofilia e omosessualità e affronta l'argomento senza preconcetti anti-omosessuali.Ben fatto, ad esempio, a p. 20, il capitolo sull’orientamento sessuale, che distingue tra orientamento e comportamento omosessuale: “l’orientamento non sempre si traduce in un comportamento omosessuale effettivo, così come il comportamento omosessuale non sempre è indice di orientamento omosessuale”, e ancora, “va anche detto che, così come non esiste un’unica tipologia di eterosessuale, analogamente non esiste un unico tipo di omosessuale […] è necessario ricordare che l’omosessualità non deve essere confusa con le disfunzioni sessuali”.
La pedofilia al contrario è inserita nel DSM IV (elenco di malattie mentali stilato dalla maggiore associazione di psicologi americani) tra le malattie mentali e, a p. 27 “riguarda individui di almeno sedici anni, che si intrattengono sessualmente con minori di tredici anni e con la differenza di età di almeno cinque anni”.
Da p. 29 gli autori presentano la legislazione italiana a tutela dei minori ed è utile rilevare che, a p. 32,: “Se si considerano i dati Istat relativi all’abuso sessuale sui minori si scopre che il 70 – 90 per cento di questi abusi ha luogo nella cerchia familiare”. Di questo parlerà poi in un lungo capitolo a p.82.
Pedofilia Per saperne di più, poi, cerca, con molta cautela, di tracciare un identikit dell'abusante e di descrivere le strategie dei pedofili distinguendo tra pedofili violenti e pedofili non violenti che non fanno alcun male ai bambini. Il testo si conclude evidenziando le possibili strategie di prevenzione dell’abuso e il recupero dell’abusato.
Un grosso neo della trattazione sta nel presupposto alla base di questo lavoro, e cioè, che la sessualità del bambino sia “incompleta” rispetto a quella dell’adulto.
Tale presupposto è aleatorio, che significa infatti sessualità completa?
Secondo gli autori ci troviamo di fronte ad una sessualità completa solo nell'adulto anche perchè, a p. 11: “gli ormoni hanno un ruolo importante nel desiderio sessuale e la quantità di ormoni presenti nel corpo del bambino è decisamente inferiore rispetto a quella presente nel corpo di un ragazzo o di un adulto”.
Il ruolo degli ormoni nello sviluppo della sessualità non è ancora scientificamente chiarito e la sessualità dipende da più fattori. Difficile e pericoloso discutere, quindi, di sessualità incompleta o completa.
Ancora gli autori sostengono che ogni uomo, a p. 28, “in forme mitigate, non esclusive, simboliche o fantasiose, tutti possono avere più tratti parafilitici (di malattie sessuali)”. Ci troveremmo di fronte a vera malattia sessuale solo quando l’unico modo per raggiungere l’eccitazione sessuale è parafilitico. Anche qui cosa significa vera malattia sessuale?
Infine paiono poco approfonditi temi molto vasti come turismo sessuale, la pornografia infantile in Internet e le associazioni di pedofili.