recensione diGiovanni Dall'Orto
Eikon [2003]
Complimenti alle autrici per il miglioramento dimostrato rispetto alla prima opera da loro pubblicata in questa serie. Alle tavole gremite da dodici vignette e una trentina di fumetti, si è sostituita una storia molto più ariosa (3/4 vignette in media) e più scattante e ritmata.
L'ispirazione allo shoonen ai è comunque rimasta nel tipo fisico dei protagonisti (slungati, femminei e lungochiomati) ed anche nel senso di lettura (pure qui assurdamente invertito).
La storia ruota attorno a un pittore che s'innamora di un prostituto che gli fa da modello, e che cerca invano di catturare in un quadro [da qui il titolo: Eikon = immagine] l'emozione che il ragazzo gli provoca. Ma si rende conto d'essere a sua volta solo un'immagine sullo sfondo, nella vita fin troppo affollata del prostituto che, impossibilitato ad amare, tira avanti a forza di "Prozac".
Cerca perciò di dimenticalo, ma se lo ritrova inaspettatamente davanti in un rapporto a tre proposto da un ricco e affascinante cliente che sta cercando furbamente di sedurre. Il collezionista d'arte vuole imporre un rapporto sadomasochista e questo precipita la situazione: il pittore lo picchia, il collezionista tenta di ucciderlo investendolo con una macchina e mandandolo in coma, il prostituto vendica il gesto provocandogli un'overdose fatale.
Solo a questo punto, distrutto il mondo di cui facevano parte i due giovani, sarà possibile spezzare la ruotine e riuscire ad esprimere l'amore.
Se non tutto in questa storia è originale, la vicenda qui ha acquisito il ritmo che mancava alla prima opera, e il prodotto finale risulta di buona qualità.