recensione di Giovanni Dall'Orto
Banana fish 04
Quarto episodio della serie di manga giapponesi Banana fish.
Qui l'aspetto di "poliziesco d'azione" inizia a prendere il sopravvento e la vita di Ash inizia a passare in secondo piano.
Ma non prima che abbiamo saputo da padre la storia di Ash: violentato ad otto anni da un potente uomo politico locale, la denuncia non aveva sortito alcun effetto. Da qui il paterno consiglio: se ti succedesse di nuovo, almeno fatti pagare. [Credo che questa autrice, o la morale giapponese che esprime, o tutte e due, siano mostruose].
Ash ha preso sul serio il consiglio, ma ad otto anni ha ucciso un cliente che non lo voleva pagare. Ma nella case del pedofilo erano state trovate ossa di bambini, da lui uccisi. Da qui era iniziato il calvario di Ash.
er quanto riguarda la trama di questo episodio, Papa Dino ha capito dove sia andato Ash, e ha mandato i suoi uomini a catturarlo. Ma costoro falliscono, e Ash e i suoi amici vanno a Los Angeles, a cercare una persona trovata nelle carte del fratello: un chimico, l'inventore del Banana fish.
Ma nella casa l'uomo non c'è, c'è solo il suo figlio adottivo, l'apparentemente effeminato Youssis, un cinese sedicenne, dai lunghi capelli. Che però non è chi dichiara di essere.
Papa Dino intanto s'è assicurato l'appoggio della mafia cinese per recuperare Ash. E...
Due altri momenti significativi in questo episodio: il fotografo giapponese, Ibe, ammette (p. 18) che Eiji non era in realtà il assistente. Lo ha solo portato con sé perché "gli deve molto". Dopo tutto Eiji è stato il suo primo modello. E chi vuole capire, avrà qui bel che capito il motivo per cui Ibe se la prenda tanto per quel cretino di Eiji, che a parte cacciarsi nei guai e cadere in estasi per il bell'Ash non sa fare altro...
Infine, (p. 162) quando la situazione si fa cupa, e Ibe parla di tornare subito in Giappone, sia Eiji che Ash hanno una mezza crisi isterica di sconforto.
Ah, che cose meravigliose sa fare la profonda "amicizia" per un... semi-sconosciuto!