Camera di Giovanni, La. [Prima traduzione italiana come: La stanza di Giovanni]

1 gennaio 2005, http://www.gayroma.it/z%2010%20dicembre%202003%20b.htm

"Je t'aime. Tu sais?".

"Je le sais, mon vieux".
Andò al lavandino e incominciò
a lavarsi la faccia. Lo guardavo.
Mi sorrise nello specchio, sembrando
all'improvviso bello e felice. E giovane.
Io non mi ero mai sentito in vita mia
così disarmato e così vecchio.
"Ma ce la caveremo!", esclamò. "N'est-
ce pas?".
"Certamente", dissi.


Da: La stanza di Giovanni


James Baldwin (1924-1987) è stato uno dei migliori scrittori americani del Novecento. Eppure in Italia quasi nulla è stato tradotto della sua vasta opera, eccetto La stanza di Giovanni e alcuni racconti.

Baldwin visse due realtà considerate da molte persone spregevoli come infamanti: essere nero ed essere gay. Ed ebbe il coraggio di dichiararsi gay quando quasi nessuno si dichiarava.

Tutta la sua opera letteraria è incentrata sulla dignità umana.

James Baldwin era nato a Harlem, il quartiere nero di New York.

Il razzismo, che è stata e in parte è ancora l'immane vergogna della società nordamericana, non offriva, quando Baldwin era bambino, alcuna possibilità ai discendenti degli africani, rapiti secoli addietro dal loro continente e venduti come schiavi nei porti.

È sulla fatica disumana dei neri, donne e uomini, che gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale.


Quando James Baldwin era giovane pochi neri tentavano la carriera letteraria. Ai neri le scuole erano spesso negate, e tanto più le università. Solo uno scrittore nero aveva avuto successo, Richard Wright, l'autore di Ragazzo negro, che aiutò Baldwin e lo incoraggiò.

(Nei film di Hollywood i neri interpretavano solo musicisti di band commerciali in locali esotici o camerieri. Uno dei film più razzisti della storia del cinema è l'osannato Via col vento, che rimpiange "il buon tempo antico" in cui nel Sud degli States i neri erano schiavi, raccoglievano il cotone dall'alba al tramonto e ubbidivano ai loro signori... quando più di duemila anni fa il filosofo Seneca aveva già scritto contro l'abominio della schiavitù!).

Il massimo a cui potevano aspirare i ragazzi neri era diventare campioni sportivi.

Tutto incominciò a cambiare quando negli anni Cinquanta apparve un pastore protestante di nome Martin Luther King, che lottò pacificamente per la giustizia con azioni e parole forti, colme di reminiscenze bibliche.

Un altro leader nero infiammava i cuori più radicali: scelse il nome di Malcom X e si convertì all'Islam.

Entrambi vennero uccisi in vili attentati che privarono il mondo di due uomini di ideologie diverse, ma uniti nella grande causa dell'eguaglianza umana.

James Baldwin, essendo nato in una famiglia povera, lottò per non tradire la sua vocazione artistica. La sua infanzia fu travagliata non solo dalle esigue possibilità economiche, ma anche da un patrigno con seri problemi mentali.

A soli 18 anni Baldwin incominciò a scrivere un romanzo, intitolato Go tell in on the mountain. Pubblicato nel 1953, è ancora inedito in Italia e "si incentra sulla vita del giovane John Grimes, sulla sua adolescenza ad, Harlem e sulla sua confusione derivata dal conflitto tra la propria omosessualità e l'educazione religiosa ricevuta. Il romanzo ebbe un immenso successo di critica", ha scritto la studiosa M. Giulia Fabi.

Dopo aver scritto tre opere di saggistica e alcune commedie, James Baldwin scrisse, nei primi anni Cinquanta, il suo romanzo più famoso, La camera di Giovanni (Giovanni's room), che venne tradotto in Italia nel 1962 dalla Mondadori come La stanza di Giovanni, e recentemente dalla casa editrice Le Lettere di Firenze.

L'opera letteraria di Baldwin è molto vasta e comprende romanzi, saggi, commedie. Insignito di alcune onorificenze ebbe una laurea honoris causa dall'università di Columbia, negli Usa.

Morto prematuramente, fu sepolto nel sud della Francia, una terra molto mediterranea che amava, e lo scrittore Leroy Jones (che ha scelto poi il nome di Amiri Baraka) autore dell'indimenticabile saggio Il popolo del blues, tenne una bellissima orazione funebre.

Sarebbe tempo che anche noi italiani che non sappiamo l'inglese, o almeno non così bene da poterlo leggere senza problemi, potessimo scoprire tutta l'opera di questo artista celebre e importante.

La stanza di Giovanni è un romanzo molto bello. Il protagonista, David, è un venticinquenne che vagabonda per Parigi. Il libro è narrato in prima persona da questo "tipico" ragazzo americano bianco, appartenente alla middle-class.

Nelle prime pagine egli ricorda la scoperta, quasi casuale e improvvisa, della sua omosessualità e la rimozione (per usare un termine classicamente freudiano) del suo orientamento.

David rifiuta infatti l'amore gay, nonché la scoperta dell'amore fisico, avvenuta in un giorno apparentemente qualunque con il suo migliore amico, un coetaneo spensierato e ottimista come lui.

Con grande sapienza letteraria e introspezione l'autore ci conduce nella mente e nell'anima vile di David. A Parigi sta vivendo una storia con Hella, una ragazza americana, anticonformista e un po' confusa.

Proprio per capire meglio se stessa, Hella intraprende un viaggio da sola in Spagna, e David si annoia, nonostante si trovi in una delle città più belle del mondo.

La Parigi del romanzo ha un "taglio" cinematografico, e James Baldwin ci fa scoprire gli scorci, la presenza discreta dei palazzi bianchi, le stradine, i bistrots, senza cadere in nessun stereotipo... parigino. La sua Parigi è la città autentica, spesso indifferente alla disperazione dei suoi passanti, incosciente come una bella ragazza che fa soffrire l'unico o l'unica che l'ama davvero.

David si trova in difficoltà finanziarie e, non volendo chiedere soldi al padre negli Usa, chiede un prestito a Jacques, un ricco francese, dichiaratamente gay e forse infatuato di lui.

Nel locale di Guillaume, un altro gay, discendente da una delle più nobili casate di Francia ma assai poco "nobile" nel modo di fare verso i ragazzi che gli piacciono, David conosce un italiano, Giovanni.

La bellezza dell'italiano - ombrosa, ironica, con qualcosa di enigmatico - conquista David, e tra i due s'instaura una relazione sentimentale.

Con grande attenzione agli stati d'animo e alla psicologia dei suoi personaggi lo scrittore ci rivela due caratteri opposti: nessuno è più dissimile di David e di Giovanni.

David non nasconde al compagno l'esistenza di Hella.

Il vero tema del romanzo è la mancanza di amore: David non ama né Giovanni, né Hella. Giovanni e Hella invece amano veramente David e questo li distruggerà.

Nonostante David vada ad abitare, anche per ragioni finanziarie, nella modesta stanza di Giovanni, non vi è mai, nel libro, un momento di serenità e di pace tra i due ragazzi.

Il passato di Giovanni si rivela tragico: nato nel sud dell'Italia era stato un contadino, ammirato per la sua bellezza e la sua gioia di vivere fino a quando, sposatosi, un figlio non era morto poco dopo la nascita. Giovanni, quasi impazzito, aveva abbandonato la giovane moglie, la madre, il paese, ed era fuggito a Parigi, dove aveva vissuto in vari modi finché non aveva incrociato sulla sua strada Guillaume.

Guillaume lo aveva assunto nel suo locale gay, e chiaramente subiva il fascino di Giovanni, che però non aveva voluto avere rapporti sessuali con l'abietto datore di lavoro.

Giovanni si difende con l'ironia e con un quid ombroso e quasi misterioso, ma poi man mano che i capitoli si susseguono nella loro bellezza e forza evocativa l'italiano si rivela fragilissimo, vulnerabile, profondamente privo di affetto. Il suo "male" è proprio la disperata mancanza d'amore.

Egli crede di aver trovato l'amore in David, ma il suo risveglio sarà tragico.

Tutto il libro si legge sotto il segno delle differenze: differenze sentimentali, sessuali, sociali, culturali. Non è però trattato in nessun modo il tema della differenza di colore della pelle, e all'epoca della pubblicazione suscitò stupore che uno scrittore nero avesse scelto di scrivere una storia di personaggi solo bianchi.

Non vi racconto come va avanti il romanzo perché ad un certo punto diventa un giallo….

Il "mondo gay" francese dell'epoca esce piuttosto negativamente dal romanzo, e solo l'amore di Giovanni per David porta un po' di luce in un'atmosfera torbida e oscura. Tuttavia il fatto che uno scrittore come James Baldwin, dichiaratamente gay, abbia voluto raccontare di personaggi gay tanto squallidi quanto Guillaume, o di sordidi caffè in cui con il denaro si può "comprare" chiunque, o quasi chiunque, è stato anche un atto di coraggio.

Un "mondo gay" popolato solo di anime nobili e sensibili sarebbe stato irreale tanto quanto un "mondo etero" popolato solo di anime nobili e sensibili.

Guillaume e Jacques cercano ragazzi carini e senza un franco in tasca nei caffè di Parigi, così come i loro equivalenti, uomini etero, cercano ragazze carine e al verde in altri caffè. L'unica differenza è che per la società i gay, come i due vecchi benestanti del romanzo, sono spregevoli perché gay, e gli etero no!

Il ritmo del romanzo è serrato, incalzante; il tono drammatico, e l'attenzione ai dettagli, la consistenza dei personaggi, l'abilità e la sensibilità con cui sono tratteggiati, ne fanno un capolavoro.

Mi pare strano che, salvo errore, nessuno abbia ancora realizzato un film da un romanzo così fortemente cinematografico nelle immagini e nella trama.

[Nota: il testo è stato lievemente accorciato rispetto alla redazione originale apparsa su gayroma.it, per adattarlo alle caratteristiche di culturagay.it].

La riproduzione di questo testo è vietata senza la previa approvazione dell'autore.

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