Libertà condizionata [1966]

22 febbraio 2005

Le vicende d'un gruppo di ragazzi proletari fiorentini, la loro vita quotidiana, nell'Italia del "boom economico".

Attorno a questo gruppo ruota Giuliano, giornalista fallito e segretamente omosessuale.

Omosessuali sono anche altri personaggi che appaiono brevemente nel libro (come Billi, un travestito, e altri travestiti ancora).

Benché il tema omosessuale non sia centrale nel romanzo, il modo di trattare d'omosessualità di Piero Santi - scanzonato, leggero e ironico - si distingue rispetto a quello dei suoi contemporanei:

"Gianni lo prese a braccetto e Folco ebbe uno strano fremito. "Che vuole questo?". Gli balzò un'idea: "Forse pende". Gli piaceva quella parola: era pulita, e in fondo non era lo stesso che dire; forse è un bucaiolo. Era Giuliano che l'aveva fatto riflettere su questo. Pendere significa questo: avere un'inclinazione non proprio normale; chi pende non è detto che cada. Pende, è tutto lì. Come la torre di Pisa. I maschi fiorentini qualche volta pendono; eppure sono maschi. Folco rideva a quei discorsi: "Io non pendo", disse" (pp. 64-65).

Condotta con maestria anche la scena, divertente e sottile, in cui il giovane Folco vende un disegno a Billi, gallerista d'arte come Santi, alternando seduzione fisica e trattativa economica (pp. 194-200).

Un libro audace per il 1966; nonostante abbia perso con gli anni il pepe dello "scandalo" che lo rendeva osé all'epoca, è di gradevole lettura ancor oggi, grazie all'estrema eleganza della scrittura di Santi. Solo lo sforzo di fare qui, come ne Il sapore della menta, "letteratura alta" nuoce all'insieme, allontanando Santi da quella scrittura lieve e scanzonata in cui è insuperato maestro.

Su Santi si veda anche quanto ho detto parlando del suo romanzo Il sapore della menta.

Nota: un saggio monografico sulle opere a tema omosessuale di Santi appare ne L'eroe negato di Francesco Gnerre, alle pp. 189-212. Una mia intervista a Santi del 1985, che parla anche del presente libro, è in: La pagina strappata, Gruppo Abele, Torino 1987, pp. 49-65.

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