Magnifica merce, La

9 marzo 2005, "Aut" n. 64, dicembre 2004, pp. 48-50 col titolo "La magnifica ossessione di Walter Siti"

Einaudi pubblica quattro racconti di una delle voci più originali della narrativa italiana contemporanea.


"Ora, i borghesi, creatori di un nuovo tipo di civiltà, non potevano che giungere a derealizzare il corpo. Ci sono riusciti, infatti, e ne hanno fatto una maschera. I giovani altro non sono oggi che delle mostruose maschere primitive di una nuova specie di iniziazione - fintamente negativa - al rito consumistico": così Pasolini nel suo lucido intervento - "Tetis" - al Convegno bolognese del dicembre 1973 su "Erotismo Eversione Merce".

Le parole del "poeta delle primule" possono farci da apripista nel presentare il nuovo libro di Walter Siti, che proprio su Pasolini ha affinato molta della sua passione filologica in questi ultimi 20 anni, culminata con la cura dell'enciclopedica opera omnia dello scrittore friulano per i Meridiani Mondadori.

In attesa di Troppi paradisi, che concluderà una sua trilogia di romanzi (tra il '94 e il '99 erano già usciti lo straordinario e inquietante Scuola di nudo e l'intenso Un dolore normale), l'autore manda ora in stampa una silloge di racconti imperniati sul mondo degli "accompagnatori": La magnifica merce (Einaudi, pp.192, euro 12,50).

Viene qui esplorato un universo parallelo alla prostituzione maschile di tipo "proletario": qui i rapporti di potere e di sesso tra clienti e uomini in vendita appaiono meno "asimmetrici" e brutali, e la legge della domanda e dell'offerta (del desiderio) sembra modulata secondo un linguaggio più rarefatto e indiretto.

"Il paese delle meraviglie" dei mignotti d'alto bordo - spesso nevrotici e un po' confusi (come d'altronde i loro "acquirenti"), fragili e a volte omofobici, professionisti anabolizzati della felicità "un tanto all'ora", sacerdoti dell'orgasmo tariffato, è cartografato con partecipazione, e a tratti impietosamente, dalla vena plurilinguistica di Siti - qui gaddianamente "impasticciata" col romanesco.

I personaggi chiave delle quattro storie sono, da un punto di vista erotico e mentale, ossessionati dal corpo maschile scolpito, tutto muscoli e armonia estetica: i "clienti", voraci e tristemente euforici, nutrono un'inappagabile fame di "manzi" d'allevamento; gli "escort", mitici e tirannici, alimentano con ingenua sapienza un consumo coatto di bellezza clonata e seriale.

L'immaginario sessuale di entrambi si concentra interamente nella "fabbrica libertina" del prototipo del (giovane) Maschio.

La scommessa di questi incontri ritualizzati e contabilizzati non risiede solo nel tentativo di simulare l'amore, ma anche nel cercare d'infrangere un incolmabile vuoto esistenziale ed una profonda, curiosa solitudine.

Il primo racconto, "Perché io volavo", il più elaborato per stile e struttura, mette in scena una complessa triangolazione tra un kafkiano "selezionatore" (di marchette di lusso per conto terzi), un disarmante escort "bisteccone" della periferia romana, un Innominato Onorevole (il capriccioso cliente finale echeggia con la sua presenza-assenza uno dei potenti del Salò di Pasolini).

Saverio Occhipinti, prossimo ai sessanta e col chiodo fisso per i culturisti, autore di un manualetto del perfetto escort, si è inventato il mestiere (a quanto pare realissimo, nell'arcipelago delle "agenzie di accompagnatori") di esaminatore degli "stalloni" della miglior qualità per una clientela gay d'alto rango.

Il racconto, tra dialoghi serrati e carteggi vari, scava nelle psicologie dell'uomo e del ragazzo, e le carte in tavola vengono repentinamente cambiate quando l'interrogatorio coinvolge più del dovuto l'anziano: e l'attrazione fa deflagrare l'imperturbabilità del selezionatore, spingendolo ad un esilio prossimo alla follia.

Sbalorditivo ed esilarante il "Decalogo" del mignotto ideale, riportato in appendice, pieno di feroce disincanto e dal quale ci piace attingere la perla n. 8: "La massima disponibilità a qualunque atto sessuale è ovviamente la benvenuta, ma se ci sono preclusioni dichiarale subito, apertamente, accompagnando la dichiarazione con un bacio sulla bocca (se non si è in grado di baciare sulla bocca astenersi da questo lavoro, please)".

Nel secondo pannello di questa pala dedicata al sesso mercificato, "Le mosse di Farhan", un funzionario di banca immagina (o realmente fa in modo) di eliminare dalla sua vita il "gigante" tunisino che è convinto gli scopi la moglie, un povero "Alì dagli occhi azzurri" che verrà così sacrificato sull'altare delle apparenze e del perbenismo borghese.

Il terzo racconto, "Storia di un bodyguard", narra vita, ascesa e miracoli di un accompagnatore (al solito maggiorato e sublime) che farà carriera, fino a riciclarsi come guardaspalle d'un politico in vista.

Nel quarto, "Il colpo di pollice", il lettore è catturato da una sorta di effetto "blow-up": un set fotografico incentrato sul "famoso Poeta" pare anticipare l'atroce destino di Pasolini, seminudo, massacrato all'Idroscalo di Ostia il 2 Novembre 1975 da un ragazzo di vita "in concorso con ignoti".

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