Dolore normale, Un

16 marzo 2005, "Babilonia", marzo 1999

Un dolore normale è il secondo romanzo di una bizzarra trilogia autobiografica "di fatti non accaduti", iniziata nel 1994 da Walter Siti con Scuola di nudo.

Anche qui siamo di fronte ad un'inquietante commistione di finzione e realtà, dove l'autore finge di essere un personaggio romanzesco che a sua volta sembra fingere di essere l'autore.

La materia è però diversa. Dall'eros sfrenato con culturisti muscolosi del primo libro, Siti sembra approdare all'ipotesi di un rapporto omosessuale normale. Il romanzo racconta infatti l'amore tra due uomini attraverso le fasi canoniche di ogni rapporto, dall'euforia dell'innamoramento alle prime stanchezze della routine matrimoniale alla rottura.

Il protagonista, che si chiama Walter Siti, che è un professore-scrittore, ma che è un personaggio da non confondere con l'autore, per sbarazzarsi di un rapporto che procede senza più fantasia, riscrive un suo libro, rifiutato dall'editore e ritenuto un fallimento proprio per colpa del partner, ma per farne questa volta un uso improprio e personale con delle aggiunte "cattive" che rappresentano l'altra faccia del rapporto di coppia, quello più insopportabile e castrante, la verità che non si ha mai il coraggio di dire.

Dare in lettura questa versione del libro all'altro significa rendere la rottura inevitabile.

Ma quando la finzione letteraria irrompe nella vita deflagra in tragedia. La letteratura può anche uccidere.

All'analisi della relazione della coppia, a tratti cinica e impietosa, si intrecciano momenti narrativi particolarmente felici, a volte grotteschi, a volte di un colorito e divertente espressionismo.

Il fatto è che Walter Siti è in grado di giocare con un ampio registro stilistico e usa la lingua con sapiente perizia, passando da un linguaggio tecnico e scientifico al colorito dialetto campano, dal lirismo più alto all'oscenità più pesante. Il risultato è una forma di plurilinguismo di grande efficacia.

Un libro complesso, a strati, dove alla prosa spesso si mescolano versi, come nella Vita nuova di Dante, richiamata anche da altri indizi, dove la stessa diversificazione del carattere tipografico suggerisce diversi livelli di lettura e di punti di vista, dove si raccontano banali fatti quotidiani che però hanno a che fare anche con Adamo ed Eva oltre che con l'inferno e col paradiso.

Insomma, le storie di Walter Siti non sono mai intrattenimento e consolazione, ma ossessiva ricerca di una verità che forse non è da nessuna parte, e il compito della letteratura sembra essere quello di spiazzare il lettore, di metterlo di fronte a realtà scomode, di costringerlo a rimettere tutto in discussione.

E così l'amore forse non è che simulazione d'amore, la serenità coniugale potrebbe essere la vera cacciata dal paradiso e il desiderio di "normalità" degli omosessuali forse è solo un'avventura ridicola, un'illusione ottica.


Se i muscoli di Scuola di nudo, così amorosamente descritti in ogni sfumatura, erano l'inferno di una ricerca nevrotica, qui siamo nel purgatorio di una improbabile e illusoria serenità coniugale.

Aspettiamo la terza parte della trilogia per capire se stiamo salendo verso una qualche salvezza.

Per ora non è da escludere che il paradiso sia in quell'orgia di pettorali, deltoidi e quadricipiti del primo romanzo. e che il viaggio metafisico di Siti stia procedendo all'incontrario, dall'alto al basso, verso la dannazione della resa alla normalità.

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