recensione diFrancesco Gnerre
Smeraldo, Lo
In questo romanzo di Mario Soldati il protagonista si sdoppia, e con un'altra identità vive una realtà del futuro nel quale sono accadute delle cose terribili: una terza guerra mondiale con lancio di satelliti ha diviso in due il genere umano, un Nord tecnologizzato e militarizzato e un Sud povero e caotico.
Nel Nord l'omosessualità è vissuta con disinvoltura e il protagonista avanza un'ipotesi che si rivelerà esatta:
"si era finalmente capito che la salvezza, oltre il benessere, dell'umanità dipendeva da una rigida regolamentazione e programmazione delle nascite?
E per la stessa ragione si era forse cercato di favorire in ogni modo l'omosessualità sia maschile che femminile?".
Nella seconda parte del romanzo, più avventurosa e picaresca, il protagonista s'imbatte in un altro personaggio omosessuale con cui ha un rapporto erotico, che è molto interessante, perché coinvolge due uomini adulti, al di fuori del cliché della tradizione letteraria della coppia adulto-ragazzo:
"tesi le braccia nell'oscurità e incontrai quasi subito il suo corpo nudo e profumato. Lo strinsi alla vita. Aveva la pelle liscia e tenera come quella di una donna. Da donna si comportò.
Mi abbracciò, mi strinse, mi forzò dolcemente a coricarmi supino sulla branda. Cercò la mia bocca, vi spinse dentro vorticosamente la sua lingua.
Nell'oscurità completa, il suo profumo e il contatto della sua pelle produssero quello che, per me, da tempo, costituiva un mezzo miracolo".
E poi il commento:
"non che l'incredibile, momentaneo rapporto avuto con lui mi turbasse moralmente: non provavo nessun rimorso, anzi tra di me ne ridevo".