recensione diMauro Giori
Précis de médecine légale
Gli eccessi cui Tardieu era giunto nel suo Etude médico-légale sur les attentats aux moeurs erano tali che era inevitabile che i suoi colleghi mano a mano ne confutassero alcune conclusioni e ritornassero sui suoi passi.
Tra i più aperti e diretti contestatori di Tardieu è da annoverare Charles-Albert Vibert, la cui prudenza è evidente fin dall'inizio della parte del suo trattato dedicata alla sodomia (pp. 327-335) che tenta di distinguere tra vari tipi di pederastia. E' una parte interessante che rivela un certo contrasto tra il sapere medico del tempo, la sua esigenza di semplificare e classificare e la complessa e variegata realtà che si presenta nei singoli casi clinici empirici.
Così, Vibert esordisce sicuro di sé con una bella e semplicissima classificazione medica, e una definizione perentoria del suo soggetto che sembra non lasciare adito a complicazioni di sorta:
Si designa con il nome di pederastia, l'introduzione del pene nell'ano; colui che pratica quest'atto è il pederasta attivo, colui che lo subisce è il pederasta passivo. La pederastia è esercitata su uomini, bambini o donne. (p. 327)
Subito dopo, in una lunga nota (p. 328, nota 1), mostra in realtà di considerare la pederastia una realtà decisamente più complessa di cui classifica diverse forme, ammettendo che si tratta di qualcosa che oltrepassa i confini puramente fisici per sconfinare nel sentimento d'amore vero e proprio. Tra le altre forme ricorda l'effeminato di Lorrain e "l'ermafroditismo del senso genitale", cioè a dire l'omosessualità più "normale", quella che investe individui maschi pienamente sviluppati, fisicamente del tutto normali (ivi compresi gli organi genitali), che semplicemente provano quei sentimenti affettivi che normalmente sono provati dalle donne (cioè si innamorano di uomini). Così vi sono pederasti che praticano il loro vizio e altri che onorevolmente cercano di resistervi.
Tutto ciò porta Vibert a un riconoscimento della limitata capacità, da parte della medicina, di intervenire per identificare i pederasti (qualcosa di impensabile per Tardieu):
Per quanto siano odiosi gli atti di pederastia, non c'è motivo di lamentarsi del fatto che la legge francese non li perseguiti che in certi casi: sarebbe troppo difficile distinguere il grado di responsabilità di chi vi si abbandona. (p. 329)
Non è molto, dal momento che Vibert non mette in discussione in alcun modo la riprovazione sociale della pederastia (in un'altra nota, sempre a p. 329, sbeffeggia Ulrichs), ma il suo atteggiamento è deontologicamente più corretto di quello di Tardieu.
Insomma, Vibert è un medico più rigoroso, ancorché un uomo dei tempi suoi. Siamo lontani dal disgusto esibito ad ogni pagina di Tardieu, anche se non siamo ancora all'atteggiamento distaccato e professionale che Freud porterà sulla scena medica di lì a due anni.
Comunque ce n'è quanto basta per dichiarare subito senza mezzi termini che, per quanto riguarda la pederastia attiva, Vibert ritiene che non vi siano segni di sorta che la possano rendere riconoscibile. A differenza di Casper, Vibert esplicita il suo bersaglio polemico, citando il passo di Tardieu che sostiene il contrario, e facendolo seguire dalla propria replica:
L'osservazione mostra che queste caratteristiche sono illusorie, che la conformazione del pene varia considerevolmente a seconda degli individui, ma che non presenta niente di speciale tra i pederasti. Si comprenderebbe del resto difficilmente come un organo così elastico e così vascolare come la verga si lascerebbe deformare dalla pressione passeggera che lo sfintere anale gli ha fatto subire. (p. 330)
Vibert ammette solo i possibili segni della pederastia passiva (anch'egli, come Casper, propone le sue correzioni e ha le sue preferenze), anche se fa notare che
l'ano è molto dilatabile, e se l'atto è praticato su un consenziente, se la verga è stata introdotta gradualmente, senza violenza, è possibile che non si trovi alcuna traccia dell'intromissione, salvo che sia praticata su un bambino, e che l'esame non sia troppo tardivo. (p. 331)
Sicché, in conclusione,
I segni della pederastia passiva sono lontani dall'essere consistenti; possono spesso mancare [...]. E' altresì molto raro che l'esame medico fornisca degli elementi sufficienti per permettere una affermazione. (p. 334)
E anche Vibert, analogamente a Casper, fa notare che la pederastia si esprime anche per atti incompleti che non lasciano tracce.