Once More - Ancora

1 maggio 2005, "A qualcuno piace gay" (La libreria di Babilonia, 1995)

Il film è strutturato in maniera rigorosa. E' diviso in dieci segmenti - girati con dei piani sequenza - ciascuno di nove minuti (ma l'ultimo è un po' differente, quasi la morte esiga un trattamento a sé) che coprono dieci anni. Tocca allo spettatore ricostruire le ellissi del racconto, aiutato dal fatto che la vicenda si svolge sempre in ottobre, nel giorno del compleanno di Sybèle.

Un impianto evidentemente calcolato e di stampo teatrale che, se a volte appare artificioso, si riscatta attraverso l'eccellente interpretazione degli attori e la sapiente regia. E soprattutto attraverso l'evidente messaggio: come ha detto lo stesso regista "non è un film sull'Aids ma sull'amore, anzi sulla paura d'amare" ed in effetti la malattia, pur presente ed incombente, non è che sussurrata con elegante distacco, senza scene strappalacrime.

In compenso l'assunto è ben chiaro: Louis ad certo punto nella vita smette di fingere con se stesso, alla ricerca di una nuova identità. Per questo si interessa tanto ai due clochard (uno dei quali si chiama Immondice, ad evidenziare il distacco dal mondo ovattato di prima), che per lui rappresentano quella libertà agognata.

Ma Luis cerca anche sentimenti che lo coinvolgano totalmente, in un desiderio di amare che si concretizzerà in Franz e che invece non lo vedrà ricambiato, unico tra i personaggi. Da qui l'invito, espresso anche attraverso delle canzoni - tra cui quella che a cui si rifà il titolo - che esorta tutti ad amarci di più e a lasciarsi prendere dalla vita con entusiasmo, in ogni sua sfaccettatura. Comprese quelle negative, come lo stesso Aids che va accettato con fatalismo, come un prodotto della vita stessa (anche se l'affermazione di Louis, che rifiuta ogni precauzione, ha fatto giustamente rabbrividire non pochi).

Un messaggio che si impone chiaramente, e a volte anche sgradevolmente, attraverso la freddezza stilistica, una durezza nel linguaggio (si pensi alle offese di Louis a Sybèle) e le stesse vicende raccontate, che hanno peraltro il pregio di non lasciare spazio a descrizioni retoriche o scioccanti della malattia.

Le scene di sesso sono quasi inesistenti, ma i luoghi canonici di battuage sono resi verosimilmente.
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