Il sapore del grano

8 maggio 2005, "A qualcuno piace gay" (La libreria di Babilonia, 1995)

Il film, sincero ma non privo di qualche ingenuità, è un delicatissimo ritratto di una civiltà che sta scomparendo e di un'affinità elettiva che si viene ad instaurare tra due esseri umani. Il titolo rimanda alla genuinità della terra e della sua schietta civiltà ed insieme a quell'età in cui - proprio come il grano che non è ancora diventato pane - la fanciullezza non ha ancora lasciato il posto alla maturità.

L'atmosfera particolare, elegiaca e sommessa, che avvolge il film, girato con mezzi limitati ma con molta cura, rimanda ad un tempo indistinto. Ed in effetti il soggetto di Da Campo risale ad un ventina di anni prima.

Quando Lorenzo, il protagonista, arriva nel paesino del Veneto ai confini col Friuli, gli si apre davanti un mondo ancora incontaminato e dai saldi valori, capace di dargli quell'affetto di cui lui, come tutti, ha bisogno.

Ad offriglielo in particolare è il dodicenne Duilio, a dimostrazione che non vi è un'età per amare. Il ragazzo, scavalcando ogni remora culturale e di educazione, ama Lorenzo, a cui si offre con la totalità e naturalezza tipica di quell'età.

Di fronte a quella pura forza di sentimenti, Lorenzo, già maturo, reagisce con difficoltà e non riesce a rifiutare, pur in realtà volendolo, i modelli di comportamento della società; così respinge il ragazzo, lasciandolo nello sconforto e castrando il suo stesso, puro desiderio.

Nel film questo viluppo di paure ed attrazioni non dà però luogo ad un dramma, anche se a volte - come nel finale - è toccante ed emoziona, ma piuttosto ad una sofferta serenità, con un pudore che non lascia mai spazio alla morbosità o alla volgarità. Una visione soffusa che fa sì che non si vada mai oltre ad un bacio appena accennato (anche se bisogna ricordare che il film, incredibilmente, è finito nelle grinfie della censura). Un'oggettività che, se sembra il segno dell'equilibrio stilistico dell'opera, può essere letto anche come un paravento per non emettere giudizi su un tema così scabroso. Ma il giudizio c'è, basta leggerlo fra le righe.

Gli attori sono tutti bravi, in particolare il bel Lorenzo Lena e il giovane Marco Mestriner.
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