recensione diStefano Bolognini
Carceri d'invenzione
Nullo è Conte e capo partigiano.
Gabrio è un partigiano.
Si incontrano in un cinematografo e ne nasce una storia di amore, sesso e lotta in un breve romanzo a tinte pornografiche ambientato nella Firenze del 1945.
Buono lo stile avvolgente delle descrizioni. Peccato che sessi enormi, penetrazioni fino all'inguine, bicipiti d'acciaio e la facilità dell'incontro fra gay (poco probabile negli anni della guerra) che finisce sempre con scene di sesso ripetitive, cancellino la trama troppo poco delineata e credibile.