recensione diDaniele Cenci
Angeli da un'ala soltanto
Questo romanzo d'esordio d'un giornalista trentenne, attivo nel movimento glbt, si presenta fin dalle prime battute come un sotterraneo omaggio a Les mauvais anges (Gli angeli malvagi) di Eric Jourdan, mentre la copertina è dedicata a Matthew Shepard, lo studente americano massacrato da due giovani omofobi nel 1998.
La metafora del titolo sta indicare che nessuno dei due giovani che si amano in una sonnolenta Roma contemporanea potrà spiccare il volo privo dell'altro.
Costellato di lettere e e-mail, telefonate e sms, il libro è un diario adolescenziale impregnato dall' incontro/scontro tra i corpi, i desideri e le mentalità dei due innamorati: il narratore più generoso e maturo, l'altro più conformista.
La storia, segnata dal rifiuto da parte delle famiglie e dall'indifferenza degli amici, che incrinano una relazione ancora fragile, è la cronaca di un amore troppo breve, bruciato dalla sua stessa intensità, ma anche dalla mancanza di coraggio di uno dei partner.