recensione diDaniele Cenci
Der Einstein des Sex
Nato a Riga in Lettonia, Rosa von Praunheim (si tratta di un nome d'arte: omaggio al colore del triangolo con cui venivano bollate le persone gay nei campi di sterminio nazisti, e alla città vicino Francoforte dove si rifugiò dopo esser scappato di casa a 10 anni) ha diretto decine di film "militanti": Nicht der Homosexuelle ist pervers, sondern die situation, in der er lebt (Non è l'omosessuale che è perverso, ma la situazione in cui vive, 1970), Army of Lovers or the Revolt of the Perverts (L'armata degli amanti o la rivolta dei perversi, 1971-76), Un virus non conosce morale (1985), Schweigen = Tod (Silenzio=morte, 1989, documentario di denuncia e di lotta all'Aids), Minaccia transessuale ('96), Schwuler Mut. 100 Jahre Schwulenbewegung (1997; sul centenario del movimento tedesco per i diritti omosessuali), Coraggio gay ('98).
Der Einstein des Sex traccia l'avventura umana del Dr. Magnus Hirschfeld (1868- 1935), gay, ebreo e socialista, che - sembra suggerirci Rosa col suo titolo - estese la teoria della relatività all'indagine sulla sessualità umana.
Viene evocata l'amicizia col nobile von Teschenberg, il felice periodo col giovane Karl Giese, infine le persecuzioni. S'era da poco spenta l'eco del processo a Wilde, quando Hirschfeld varava nel 1897 la prima associazione omosessuale della storia; le sue battaglie culmineranno nel 1920 con l'inaugurazione a Berlino dell'Istituto per le ricerche sessuali, presto famoso in Europa. Sarà distrutto nel '33: Hirschfeld morirà in esilio in Francia di lì a poco.
L'appassionante - a tratti ironica, a tratti amara - ricostruzione della vita e dell'impegno di Hirschfeld scava tra le pieghe del carattere dell'uomo, che alla causa dei diritti civili spesso sacrificherà la felicità personale, censurando le sue passioni per non "invalidare" l'impegno profuso nell'arginare l'ignoranza ed il pregiudizio anti-omosessuale.
Combattivo e risoluto al punto di tentare agganci con la Sinistra istituzionale, con la comunità scientifica ed intellettuale di mezzo mondo, ma anche coi gruppi omofili conservatori, Hirschfeld si qualificherà come un grande archivista e collezionista di testi, oggetti, testimonianze collegate alla vita sessuale e alle sue molteplici "differenze".
Strepitoso l'intero cast, in cui brilla la presenza protettiva del travestito Dorchen - interpretato dal vulcanico Tima die Gottliche.
Piene di pietas e partecipazione tre scene clou del film: l'intervento di H. nella casa di un militare suicida per paura della propria omosessualità; l'incontro tra Hirschfeld, picchiato a sangue da fanatici, e Karl che tenta di difenderlo a rischio della vita; la devastazione dell'Istituto da parte di squadracce naziste, con l'eroica ribellione di Dorchen.