recensione diMauro Giori
The Culture of Queers
Dyer ha raccolto qui alcuni saggi già apparsi su rivista o in volumi antologici e che, come indica chiaramente il titolo, fanno riferimento ai principi della "queer theory", sulla quale l'autore spende qualche parola nell'introduzione per enunciarne alcuni fondamenti teorici (a cominciare da cosa si intenda per "queer") che, sebbene non lo citino mai, si rifanno chiaramente a certe idee di Foucault.
A differenza di numerosi altri "teorici queer", Dyer non irrigidisce troppo gli schemi di riferimento e si muove poi nei singoli saggi con una certa libertà di respiro che li rende testi utili e interessanti con cui confrontarsi.
La maggior parte dei saggi hanno a che fare con il cinema (l'autore insegna "Film Studies" all'università di Warwick). Dyer indaga con lucidità la presenza di riferimenti omosessuali in certi generi e sottogeneri (come il noir, o il cinema di vampiri), in certi autori (Fassbinder, il Carné di Aria di Parigi) e nei film di alcuni attori (Rock Hudson e Charles Hawtrey, da noi sconosciuto ma celeberrimo in Gran Bretagna per via della serie comica Carry on...).
Tra l'altro Dyer ripropone un suo saggio sul porno gay (che ho già discusso nella recensione a More Dirty Looks), mentre in Believing in fairies. The author and the homosexual riassume alcune sue interpretazioni di film gay trattati in modo più esteso in Now You See It, come Anders als die Andern (la cui interpretazione data da Dyer, che non condivido, ho discusso nell'ultima parte di un saggio presente su questo sito).
Di notevole interesse anche Coming out as going in. The image of the homosexual as a sad young man, che ricostruisce la formazione dello stereotipo dell'omosessuale adolescente triste tra cinema, arte e letteratura di consumo degli anni '50 e '60.