recensione diMassimo Basili
Borderline 1
Carlos Trillo è il miglior sceneggiatore di fumetti argentino, uno dei più prolifici del mondo. La sua miniserie Borderline è un affresco fantascientifico cupo, disperato, debitore del pessimismo disincantato col quale gli autori argentini hanno esorcizzato gli orrori delle dittature sudamericane passate.
In un futuro prossimo, dopo una guerra apocalittica, l'umanità superstite si ammassa in una megalopoli divisa in due zone, tra ricchi e poveri, questi ultimi tenuti a bada diffondendo due tipi diversi di droghe allucinogene. I poveri sono reietti usati come serbatoio di organi per i ricchi, che vivono così centinaia d'anni in attesa di perfezionare le tecniche di clonazione.
Una guerra di potere tra due fazioni scompagina la città dei privilegiati. Per sfuggire alla morte, Lisa, detta Crash, ed Emil, detto Blue, un tempo amanti, vengono arruolati dai due opposti belligeranti, Congresso e Giunta. Dovranno presto affrontarsi e uccidersi, o verranno venduti dai loro superiori ai trafficanti di organi.
L'intreccio è semplice: a Trillo interessano maggiormente l'atmosfera visionaria e grottesca, le umanità contraddittorie e dolentissime dei personaggi.
Molto ben caratterizzati sono due comprimari, a capo dello Squadrone Speciale al quale appartiene la protagonista Crash: sono una coppia di generalesse lesbiche, Jack e Mike, spietate in guerra quanto tenere e romantiche nei loro siparietti privati. Ma Jack trama per circuire la bella Crash, e la compagna se ne accorge. La reazione di Mike sarà spietata.
Ancora una volta lesbiche e froci nei panni dei cattivi? Certo i toni del racconto di Trillo non sono concilianti, ma stavolta l'omofobia non c'entra: non c'è un solo personaggio del quale Trillo non ci tratteggi impietosamente miserie, illusioni, meschinità, usando gli stereotipi per rassicurare prima e spiazzare poi.
Consigliato a chi ama le emozioni forti.
Da urlo i disegni del sommo Eduardo Risso.