recensione diStefano Bolognini
A morte gli omosessuali
Saggio omai datato (l'ottica, che ai tempi era aperta e tollerante, lo è secondo i cànoni degli anni Cinquanta: non è colpa loro se gli omosessuali sono venuti su sbagliati, non vanno picchiati tropo forte...) sullo sviluppo della sessualità in prospettiva sociale, ma che fu scritto da almeno un personaggio che ebbe un ruolo notevole nella decriminalizzazione dell'omosessualità nel Regno Unito negli anni Sessanta.
Già nella discussione relativa alla sessualità del fanciullo fa alcuni accenni all'omosessualità.
A p. 94 considera infatti i rapporti gay che si riscontrano nello sviluppo degli adolescenti "manifestazioni dell'incipiente ricerca di appropriati 'oggetti di desiderio'".
Il fine dello sviluppo però è l'amore per il sesso opposto. Così, per l'omosessuale,
"la ricerca dell'amore personale sarà abbandonata con disperazione e la sua crescita ulteriore sarà sostituita da qualche forma di comportamento nevrotico.
Si acquista un certo appetito verso forme intermedie e immature di soddisfacimento sessuale - narcisismo, omosessualità o sadomasochismo".
Gli autori invitano a trattare con clemenza i casi di omosessualità nei collegi per evitare di infliggere danni durevoli a "chi sta viaggiando verso la propria maturità sessuale" e, a p. 104, discutono un caso occorso ad inizio '900 a un inglese espulso da un collegio che
"ricorda ancora la convocazione improvvisa di tutta la scuola nel grande atrio, il silenzio pesante che procedette l'entrata del preside paludato con toga e cappuccio, il discorso che alludeva a fatti oscuri troppo terribili per essere menzionati, la monotona ripetizione, durante il discorso di parole come: innominabile vizio, disonore e peccato; e la fine del discorso con l'editto finale di scomunica.
L'ultima parola era stata detta. Gli allievi Smith e Jones furono banditi in definitiva dalla società rispettabile e tornarono a casa loro".
È a p. 241 che gli autori dedicano infine un capitolo all'omosessualità,
"di gran lunga la forma più comune di deviazione sessuale".
Tra le cause dell'omosessualità annoverano:
- predisposizione [del fanciullo]
- educazione sfavorevole
- cause ambientali come padre deceduto,
- fisico delicato
- ricordo di un amico caro che porta alla ricerca di partner simili all'amico
- ansia
- paura delle donne
- fobie
- delusione per una relazione amorosa con l'altro sesso finita male
- segregazione dei sessi nelle scuole private ed esercito
- attaccamento forte ai genitori.
È a questo punto che gli autori propongono sarcasticamente alla società una coerente anche se originale "soluzione finale" per far fronte al problema dell'omosessualità, visto che non intende rinunciare alle leggi che punivano col carcere chi era gay (p. 275).
Dato che la legge inglese non sortisce gli effetti sperati e
"l'omosessuale continua a rimanere tale", "il metodo più logico di trattare con un carattere tanto pericoloso sarebbe di condannarlo a morte o all'ergastolo"...