recensione diVincenzo Patanè
Il gusto dell'anguria
Non perdetevi Il gusto dell'anguria, l'ultimo film di Tsai Ming-liang, uno dei registi di culto gay. Come sempre l'eccentrico, sensuale regista taiwanese è essenziale sia nella storia sia nei dialoghi, pochi e laconici.
In una Taipei nella quale per una penuria di acqua si invita a consumare succo di anguria, si incontrano una ragazza ed un ragazzo (lo splendido Lee Kang-sheng), il quale fa il pornoattore.
Alla storia di quest'amore non consumato, venato da un pessimistico vuoto esistenziale e dalla mancanza di comunicazione, si intervallano scene di sesso e numeri musicali. Le prime (si assicura che sono reali) sono veramente di una forza rara a vedersi sullo schermo: spesso compare lo sperma ed il film è incorniciato da due episodi: un coito fra Kang-sheng ed un'attrice porno per interposta &anguria ed un pompino finale. Ma anche i musical sono eccezionali. Su tutti, uno che si svolge in un gabinetto pubblico, dove un gruppo di ballerine insegue un membro gigante vicino agli orinatoi. Un film coloratissimo, premiato al festival di Berlino, con molte situazioni camp e divertentissime.