recensione diMassimo Basili
Sebastian O
A partire dalla metà degli anni ottanta un manipolo di sceneggiatori britannici viene scritturato in massa per rianimare il mondo ormai asfittico del fumetto supereroistico a stelle e strisce. Nomi come Alan Moore, Neil Gaiman, Garth Ennis, Warren Ellis e altri hanno contribuito non poco a quello che è stato definito il rinascimento fumettistico americano. A quei nomi va aggiunto quello di Grant Morrison , celebre per una sua reinterpretazione del supereroe Animal Man e qui autore di una miniserie comparsa per la prima volta nel 1993.
Sebastian O viene oggi ristampato da Magic Press senza perdere in freschezza, nonostante la miniserie sia legata a due temi particolarmente in voga in quegli anni: la realtà virtuale e lo steampunk, movimento letterario, cinematografico e fumettistico che immagina la presenza di tecnologia avveniristica in epoche storiche dove non poteva esistere.
In questo fumetto Morrison inserisce computer ed elicotteri nel pieno dell’epoca vittoriana di fine ottocento, realizzando in un certo senso il sogno decadente della perfezione dei manufatti umani al di là della natura imperfetta e matrigna.
Sebastian O è un dandy autore di poesie scandalose e membro di un circolo di “uraniani” (una delle definizioni ottocentesche degli omosessuali), il Club de Paradis Artificiel, composto tra gli altri da una lesbica e da un abate amante dei ragazzini.
Il Circolo viene chiuso e Sebastian rinchiuso in prigione. Riuscirà ad evadere per vendicarsi di uno dei vecchi amici che l’hanno tradito e che nascondono un segreto legato al destino della corona e dell’Inghilterra…
Irriverente, brioso, violento come molti dei fumetti di Morrison, Sebastian O farà felice chi ama le atmosfere alla Oscar Wilde e la fantascienza “a vapore”. Dialoghi colti e scorrevoli, disegno poco più che corretto, forse l’unico aspetto un po’ datato del fumetto.