recensione diMauro Giori
Lo sposo baci la sposa: il matrimonio gay secondo König
L'ultimo capitolo delle avventure di Conrad e Paul li vede alle prese con le novità legislative del terzo millennio. Argomento che König non poteva evitare di affrontare, visto che negli ultimi venti anni è stato uno dei commentatori più acuti e (auto)ironici di ogni aspetto (e novità) della realtà gay, si trattasse di temi grandi (pensiamo all’AIDS in Super Paradise) o piccoli (come l’insana passione per la musica techno dei gay discotecari: va bene smentire lo stereotipo dell’omosessuale raffinato, ma non occorre farsi del male per questo).
Conrad ha dunque la bella idea di “registrare” la sua unione con Paul, con il pretesto di compiacere la madre. Durante la cena, nel tempo che impiega per annunciare la lieta novella al compagno, questi riceve cinque SMS, rispondendo ai quali organizza un’orgia. Una scena geniale che riassume tutta le relazione tra i due.
Il resto del fumetto riprende situazioni e vicende tipiche della mini-saga che riguarda i due eroi di König, della quale viene anche rievocato in flashback l’inizio, con l’incontro tra Conrad (allora fidanzato con una ragazza) e Paul a una festa ai tempi dell’università. Mentre Conrad cerca di organizzare le nozze, Paul si dedica con indefesso spirito filantropo ad aiutare l’ennesimo macho represso a fare coming out. Cioè se lo porta ripetutamente e pazientemente a letto (a volte la militanza è proprio faticosa) nell’attesa che capisca di non essere quel maschione etero che crede di essere. Esattamente come aveva fatto, quindici anni prima, con Conrad.
Intanto è tutto un turbinio di confronti tra Paul, Conrad e i rispettivi genitori, sorelle e zie, sull’idea del matrimonio gay. E alle nozze i due diretti interessati arriveranno con un occhio nero a testa (le maschione “etero” a volte possono essere possessive). Al tutto si aggiunge la crisi di mezza età di Paul, un po’ anticipata rispetto alla media (sta per compiere trentacinque anni), che lo porta anche a immaginare cosa possa essere un ospizio gay...
Scritto tre anni fa (mentre la legge sulla “convivenza registrata” in Germania risale al 2001), questo fumetto arriva in Italia con opportuno tempismo, visti i dibattiti che si preannunciano per il nuovo anno. Intanto, ci fa sentire una volta di più quanto sia arretrata la nostra situazione legislativa rispetto al resto dell’Europa, anche se König satireggia ogni forma di istituzionalizzazione (il finale del fumetto, del resto, è emblematico), ma con infinite cautele di correttezza politica, e cioè dopo aver chiarito quanto le unioni legali siano importanti come conquista civile.