recensione diMassimo Basili
Emporio: "Marie"; "Serge"; "Gli uomini"
L’album cartonato alla francese (sessanta pagine circa di fumetto a colori di grandi dimensioni, dal costo non popolare) è il marchio di fabbrica col quale il fumetto franco-belga ha proposto al mondo i suoi personaggi più celebri (da Asterix a Tintin) in oltre ottant’anni, anche se ormai è sinonimo di un certo modo tradizionalista e un po’ ingessato di fare fumetti. Per questo non è facile trovare in questo tipo di albi qualche personaggio glbt, quantomeno tra i lavori pubblicati da noi.
Emporio (“Magasin Général”) è una piacevole eccezione. Dai previsti tre volumi iniziali, usciti quasi in contemporanea con la Francia a partire dal 2006 con cadenza annuale, i due autori arriveranno forse a farne un’esalogia. Loisel e Tripp sono in realtà canadesi del Québec e un raro esempio di condivisione sia del lavoro di sceneggiatura che quello di disegno.
Québécois è anche l’ambientazione della storia, che si svolge tra le montagne della regione francofona del Canada durante i primi anni Venti del Novecento.
Notre-Dame-des-Lacs è un piccolo villaggio dove le stagioni scandiscono le battute di caccia e il taglio del legname, per i quali i maschi più in forze si allontanano per inoltrarsi nelle sterminate foreste.
Felix Ducharme è il gestore dell’unico emporio del villaggio. La storia prende avvio con la sua morte prematura, all’età di 45 anni. Chi manderà avanti l’emporio? La vedova di Felix, Marie, straziata dal dolore, sta per lasciare tutto e andarsene altrove, ma le incombenze quotidiane la travolgono, decidendo così di sacrificarsi e di continuare il lavoro del marito.
Un giorno d’inverno Marie dà un passaggio ad uno straniero, rimasto in panne con la motocicletta: è Serge, giovane e facoltoso veterinario che ha combattuto in Europa e che a Parigi ha imparato da un amico l’arte dell’alta cucina. Marie lo ospita, tra il disappunto di molti, e in cambio riceve aiuto per gestire il negozio. Al villaggio, intanto, sono rimasti solo donne, anziani e bambini: ci vuol poco prima che lo charme, la cultura e la gentilezza di Serge conquistino tutti, finchè lui non decide di ricambiare l’ospitalità aprendo un ristorante. Sul finire della stagione fredda gli uomini tornano a casa dopo mesi di fatica. I cambiamenti che troveranno al villaggio scateneranno un putiferio: le donne adorano Serge; gli uomini, gelosi, lo detestano …
Emporio svolge in modo esemplare uno schema consolidato: si presenta una gruppo ristretto di persone e poi si introduce un elemento di disturbo che ne spezzi gli equilibri, guardando l’effetto che fa.
A guastare la condotta pratica ma sbrigativa dei montanari è ovviamente Serge coi suoi modi raffinati, segnali nemmeno troppo nascosti della sua omosessualità, svelata nel terzo volume. La piccola comunità diventa perciò metafora di ogni società regolamentata al cospetto del diverso, giocando inoltre ironicamente con l’antico conflitto tra città e campagna.
Coinvolgente e dal ritmo rilassato, Emporio si segnala per le ottime caratterizzazioni dei personaggi e per il disegno efficace, a metà tra il realismo documentario e il grottesco delle migliori commedie francesi.