recensione di Mauro Giori
Attualità gialla
Attualità gialla si affianca alla serie di successo (e pressoché indistinguibile) Attualità nera. Anche in questo caso i fascicoli sono composti da due fumetti, uno principale e uno secondario, spacciati per vicende di vita vissuta tratte dalla cronaca nera. E anche in questo caso gli eventuali personaggi omosessuali sono rappresentati come perversi e variamente meritanti le sfortune che capitano loro.
Ad esempio nel n. 32, Il commerciante di falli, la prima storia riguarda un antiquario detestato da tutti che un altro personaggio presenta in questi termini: «Mariani non è soltanto un invertito… è un essere torbido, ambiguo». L’indomani l’antiquario viene trovato in un prato, violentato con un fallo di terracotta con cui l’assassino gli ha poi rotto la testa. La polizia indaga con un po’ di imbarazzo seguendo la pista del fallo (la quale pare ispirata più a Fruttero e Lucentini che alla cronaca) e scopre così che anche il facoltoso Luca, uno dei sospettati, «ha un’amichetta di sesso maschile… o quasi!»: ha infatti una relazione con un giovane attorucolo di teatro. Come in questo caso, la polizia si incarica spesso di farsi portavoce di punti di vista critici e derisori.
La seconda storia, Scherzo diabolico, una delle peggio sceneggiate che abbia mai letto, racconta in poche vignette la a dir poco demenziale vendetta di una donna abbandonata dal facoltoso amante in favore della segretaria. La signora pensa bene di fare un salto in Svezia, cambiare sesso, tornare indietro e sedurre a sua volta la segretaria. Costei pare in effetti piuttosto volubile, dal momento che non attende nemmeno la prima notte di nozze per cambiare idea. L’uomo, deluso, si spara seduta stante: la vendetta è andata dunque a buon fine.
Assurdità dell’intreccio a parte, emerge chiaramente dal fumetto l’idea piuttosto confusa che in Italia ancora si aveva della chirurgia per cambiare sesso. Quando la donna giunge in Svezia, liquida ad esempio in una battuta la psicoterapia preliminare: al medico che le chiede il perché della sua decisione, risponde: «Affari miei». Non ci saranno altre indagini psicologiche prima all’intervento. Venti giorni dopo sul letto dell’ospedale c’è un giovane dal fisico perfetto. Quando il chirurgo viene a visitarlo, si svolge un dialogo nel quale del medico non si sa se apprezzare di più la professionalità, l'eloquio forbito, la padronanza del lessico tecnico o il buoncuore con cui incoraggia il suo paziente:
Medico: “L’intervento è riuscito benissimo… le abbiamo costruito anche la parvenza di un… pisello…”
Paziente: “Non è proprio un gran cazzo ma saprò farmelo bastare! Nei rapporti sessuali è il cervello che conta!”
Medico: “Se lo dice lei…”