recensione diMauro Giori
Lucifera
Lucifera segue a ruota la creazione di Oltretomba, una delle serie più fortunate e divertenti del ciclo spettrale, che è stato a sua volta uno dei più fertili del fumetto porno italiano. La vicenda, ambientata in un medioevo alquanto approssimativo, coinvolge l’anziano Faust, impegnato nella ricerca del filtro della bontà che dovrebbe far scomparire il male dal mondo. Temendo però che la morte giunga prima di aver compiuto l’impresa, questi vende l’anima al diavolo in cambio di una seconda giovinezza. Satana tuttavia sa bene cosa si nasconde dietro la richiesta di Faust e, non potendo permettere che le sue ricerche giungano al dunque, invia sulla terra Lucifera a fargli da serva (la precedente si è impiccata nel primo episodio dopo essere stata violentata da due bruti). Il compito segreto di Lucifera è in realtà quello di sedurre Faust in modo da distrarlo dalle sue ricerche. Sennonché, appena prima di conoscere Lucifera, il ringiovanito Faust incontra la bella Margherita, e tutto si complica.
Su questo sfondo, che di Goethe conserva ben poco, come si può immaginare, si svolgono avventure più terrene, coinvolgenti tra gli altri il tirannico conte Otulfo, il quale in una manciata di episodi (usciti nel 1974) si innamora perdutamente di un diavolo gay sfuggito al controllo di Satana. Il suo nome è tutto un programma: Belfigor.
Tra le sue varie peripezie, Belfigor si rifugia in un convento dove la sodomia è di casa, Otulfo si dispera per la scomparsa del suo “Belfì” e gli fa dare la caccia perché lo rivuole nel suo letto, suscitando il disprezzo del suo braccio destro, il fedele, orrendo, viriloide ma superdotato Arn (insomma, l’alter ego del lettore modello). Sulle tracce del diavolo si mette anche Faust, perché vuole consegnare il diavolo a Otulfo in cambio di alcuni ostaggi del suo villaggio.
Il piccolo ciclo di Belfigor (subito ristampato anche nel n. 11 della serie EP doppio con il titolo Belfigor Story) si compie nel n. 36, Diavolo omosessuale cercasi. Mentre Lucifera, che sa dove si nasconde il collega, cerca di sviare le ricerche (in modo da intralciare Faust ritardando le trattative con Otulfo, come da sua missione), Satana trova il modo di catturare il diavolo fuggiasco pur non potendo penetrare nelle mura benedette del convento. A spasso per l’inferno, mentre visita guarda caso il girone dei sodomiti (che vengono montati da diavoli che eiaculano fuoco) vede cadere un masso e pensa bene di fare lo stesso con il convento, facendo strage dei frati. «È stato Satana, non il signore: ma la morale e il risultato non cambiano!», esclama l’unico frate santo (cioè non dedito a sodomia) rimasto in circolazione, Fra Pazzo.
In appendice vi sono le lettere dei lettori all’eroina, fra cui quella di una lesbica che la vorrebbe vedere far l’amore con sette donne e sette uomini, come dice di aver fatto lei. Se proprio occorreva la prova dell’ovvia falsità di queste missive sciocchine, eccola in questa lesbica da sogni bagnati eterosessuali.