recensione di Marco Valchera
I Still Love You
Creato in collaborazione con la Human Rights Campaign e W Hotels per la campagna “Turn It Up For Change” a favore delle unioni omosessuali, il nuovo video del premio Oscar Jennifer Hudson, I Still Love You, segue una giovane coppia interrazziale nel giorno delle nozze: dalla telefonata del ragazzo bianco al padre restio, circondato nella propria casa da fotografie militari, alla preparazione della cerimonia con tanto di ballo in accappatoio e selfie in bagno, all’arrivo del papà neoconvinto dell’amore dei due ragazzi, fino al party in piscina, presenziato dalla stessa cantante. Se l’intento sociale è più che apprezzabile, il videoclip è, a tratti, imbarazzante: costruito su un brano di per sé poco appetibile – un’accozzaglia pop dance con voce graffiante stile Whitney Houston – rivela una natura per lo più amatoriale, a dimostrazione della débâcle commerciale della Hudson, ormai figura ai margini dell’industria discografica statunitense. E, in più, basta con i matrimoni gay a cui partecipano esclusivamente lesbiche, gay e drag queen: può capitare che un omosessuale abbia anche amici eterosessuali.