recensione diMarco Valchera
Girls
Collaborazione che sulla carta avrebbe dovuto replicare i fasti di Lady Marmalade (2001) del quartetto Christina Aguilera-Pink-Mya-Lil’Kim, Girls non ha ancora riscosso un vero e proprio successo, probabilmente per colpa della sterile polemica che si è innescata intorno a un paio di liriche del testo. Rita Ora, infatti, dopo aver confessato di essere 50/50, nel ritornello super catchy associa il suo desiderio di baciare ragazze con il vino rosso (“Sometimes, I just wanna kiss girls, girls, girls/Red wine, I just wanna kiss girls, girls, girls”): per questo altre cantanti lesbiche e bisessuali, come Kehlani o Hayley Kiyoko, hanno accusato la bella interprete di origine kosovare di rimarcare una visione prettamente maschile e superficiale del lesbismo usando “harmful lyrics”. Il che ha trasformato la canzone da un “gender-fluid freedom anthem”, secondo le parole della sua interprete di spicco, a un motivo di imbarazzo. Si è cercato di correre ai ripari attraverso una serie di scuse via Twitter e interviste delle varie interpreti: dalla stessa Ora, che ha chiesto perdono a tutta la comunità LGBTQ che l’ha sempre supportata, a Charli XCX – difatti questa Girls suona molto simile alla sua Boys dell’anno precedente – che ha tentato una difesa della collega, alla rapper Cardi B. Forse questa polemica ha influenzato anche il castissimo videoclip, dove, al di là di un bacio Rita Ora-Cardi B in versione ologramma, non c’è veramente nulla che possa far gridare a uno scandalo da parte dei benpensanti. Tutto questo accanimento ingiustificato ha danneggiato la promozione di un brano che poteva essere un successo estivo e un ulteriore trampolino di lancio per la carriera statunitense della Ora, in seria difficoltà nel nuovo continente e, al contrario, star in Gran Bretagna.