recensione diDaniele Cenci
Passion
Cinemini porno circondati da un'aura sacrale, dove una fauna maschile di fedeli fa umilmente la fila per spartirsi il Corpo omosessuale e potersi "avventurare nella vita con ritrovata pace".
Strade discoteche cessi stazioni spiagge; rabbia tenerezza violenza abbandono poesia.
Stratigrafia di tipologie umane, emozioni gridate, ineffabili gelidi silenzi.
L'io protagonista, infettato dall'hiv, si inabissa nel profondo della follia, si vendica ricercando nei partner occasionali una "fratellanza di sangue".
Desiderio ubriaco che annebbia la vista e arroventa le viscere; paura che deflagra per poi disperdersi nel segreto dei sogni. Uno stile allucinatorio che richiama la visceralità di Troie di Cooper, la lancinante scrittura di Hervé Guibert, le siderali solitudini di Shortbus.