recensione diDaniele Cenci
Neve e sangue
Luca, un poeta "stufo di essere un eroe della parola", desideroso di divenire "un nulla risucchiato nella agognata immensità della notte", viene avvinto dal corpo di Gabriele, simile a "un albero nodoso, con rami lussureggianti".
Il complicato viaggio dell'amore - come "un'eruzione di lava in inverno" - non dovrebbe concludersi in un'unica estasi: invece tra loro, dopo uno scambio di lettere, cala, inaspettato, il gelo.
Un angelo rimorchiato in chat rivelerà il perché di quell' improvviso silenzio, provocando lo scioglimento di questo "dramma in versi".