La breve estate del nostro incanto

3 marzo 2008, AUT, n. 96, dicembre 2007

Il magico scrigno della memoria fa rivivere l'antico amore tra un adolescente ed un giovane marinaio nell'amicizia tra un anziano e un ragazzino affamato di emozioni, in uno struggente rispecchiamento:

Una telefonata annuncia a Mattias la scomparsa di un vecchio amico, Samuel, collezionista di francobolli e appassionato di farfalle, fragilissimo maestro di vita.

S'erano incontrati casualmente nel 1978: un cane aveva fatto cadere dalla bicicletta Mattias, non ancora quindicenne, proprio davanti alla casa di Samuel, un uomo sulla cinquantina che sembra condividere la sua tristezza col disarmante filosofo suicida de "L'albero di Antonia".

Stretto dai morsi di una solitudine che non ha mai cessato di accompagnarlo, Samuel ha raccolto decine di migliaia di forme e immagini in miniatura del mondo, senza riuscire a serbare l'unico amore della sua vita: "il desiderio, l'ardore, la bellezza, l'abbandono, il rimpianto, il dolore" provocati quand'era ragazzino dalla passione per un giovane marinaio, così simile ai conturbanti personaggi di Genet.

Sentendosi prossimo alla fine, Samuel ha affidato una lettera rivelatrice e altre tracce della sua storia ad un cofanetto occultato in una nicchia su un campanile. Vi confessa una terribile vicenda, sepolta in fondo ad un pozzo, che lo ha ossessionato per tutta la vita.

Tornando sui luoghi della loro amicizia, Mattias inizierà allora un'indagine che riscatti l'oscura esistenza di Samuel. Interroga parenti e amici che hanno cercato di stargli vicino fino alla fine (l'infermiera Rigmor, la mamma ormai centenaria), rovista tra vecchie cartoline, libri, foto e lettere ancora sigillate, s'imbatte presso un rigattiere in oggetti e quadri che gli sono appartenuti.

Samuel era cresciuto da solo con la madre, il padre li aveva abbandonati tanto tempo prima. Spesso da piccolo andava al porto stregato dalle navi che attraccavano o salpavano.

Sperava che qualcuno lo prendesse sotto la sua ala e lo invitasse a partire con lui per una fantastica avventura, ad andar via, lontano, a perdersi nei sogni, verso un'isola remota.

Ma Samuel, inguaribile romantico, pur desiderando evadere dal villaggio e dai pregiudizi che soffocano la sua autentica natura, non riuscirà ad andare da nessuna parte, non taglierà il cordone ombelicale che lo lega a doppio filo alla madre (entrambi custodiscono un tremendo segreto) e alla sua terra.

Il lettore verrà rapito dalla larva nera e vellutata della farfalla Apollo Mnemosyne che si nutre dei cardi della 'pianta dell'amore', dai socratici dialoghi tra Mattias e Samuel sul bordo di un'alta scogliera [come nel 'paesaggio dell'io' de "Le scogliere di Rugen" (1818) di Friedrich]. Sarete catturati dalla seduzione di Samuel adolescente da parte del ventenne marinaio Wilhelm Sand ('sand', come la 'sabbia' memoriale di una clessidra!) che richiama l'iniziazione sessuale tra il giovane ufficiale canadese e il ragazzino olandese protagonisti di "For a Lost Soldier" e, per contrappunto, vi intrigheranno i ricordi delle prime attrazioni di Mattias verso i ragazzi più grandi: il tutto immerso nelle ipnotiche, allucinate atmosfere del sublime alessandrino Kavafis.

Un romanzo che dà le vertigini per la sua intensa rarefazione, percorso come in un sortilegio da numerosi flashback, resi in corsivo e replicati con minime varianti, a rivelare di volta in volta inediti aspetti delle vicende trascorse: una trama fitta di "ripetizioni", malinconico controcanto del passato nel presente.

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