recensione diDaniele Cenci
Capri pagana
Un viaggio onirico e visionario, "umano, troppo umano", in uno dei paradisi naturali/artificiali su cui hanno affabulato scrittori, storici delle mentalità, esteti e outsider delle più svariate provenienze ed identità culturali.
L'autore ricostruisce il coloratissimo mosaico dei destini di uomini e donne attratti e suggestionati, con la promessa di trasgressione e deragliamento dei sensi/sessi, dalla magnetica Capri: isola sospesa "tra mare e cielo, tra occidente e oriente, tra paganesimo e cristianesimo, tra luce e ombra, tra realtà e fantasia", tra l'Ermafrodito (Savinio è il nume tutelare di questa sapiente ricognizione) e l'Androgino. Sfilano tutti i personaggi che, in questa terra promessa del Mediterraneo, microcosmo di liberazione omosessuale, si illusero o riuscirono a ricostruirsi una vita, lontano dal conformismo delle classi di appartenenza: von Platen, Gide, Wilde, Fersen, Krupp, Norman Douglas...
Il testo, stampato con la proverbiale cura dalla raffinatissima casa caprese, include foto dei luoghi e dei protagonisti. Gargano ci ha già regalato "Ernesto e gli altri. L'omosessualità nella narrativa italiana del Novecento" (Editori Riuniti, 2002).