recensione diDaniele Cenci
La passione secondo Renée Vivien
Nella vena dell'amicizia amorosa tra donne, si inserisce il laboratorio di scrittura di un esclusivo circolo lesbo-femminista parigino.
Ci voleva l'arte di una catalana, scomparsa nel 1998 a soli 46 anni, per far emergere dall'oblio le amazzoni Renée Vivien, Natalie Clifford Barney, Liane de Pougy, e restituirci il feroce incanto, l'ombra e il sorriso del loro tiaso, in lotta con la mediocrità della società maschilista del tempo.
L'autrice intarsia le "Carte private di Sara T." con una serie di testimonianze (la baronessa, il Professor B., le dame del lago) e coi "Quaderni del saggio Salomone".
Ne nasce un romanzo corale che ricostruisce la parabola di Renée (1877-1909) e compagne, mescolando un'incontenibile immaginazione allo studio dei documenti, fino a naufragare nella gioia panica e nei tormenti del corpo lesbico.
Il magistero e la mimesi di Maria Marçal esplodono nella "Monodia finale", un ipnotico collage a partire da versi sparsi della Vivien: "Come una voce di fiera, di profondo rumore, la nostra rivolta mutuamente diviene risonanza e grido [...]. Ti seguo con lo sguardo ebbra, come un palloncino senza zavorra...".