recensione diGiovanni Dall'Orto
Durasagra. Belli e sballati.
Questo non è un fumetto gay: la dimensione omosessuale in effetti si limita a due sole pagine, nelle quali uno dei protagonisti, il bellissimo Piero, si prostituisce con la massima indifferenza ad un insegnante straniero, palesemente quanto inutilmente innamorato di lui, che semplicemente se ne frega di tutto e tutti e si limita ad usare tutto e tutti.
L'episodio serve fondamentalmente a caratterizzare Piero (disegnato deliberatamente come un ragazzo di una bellezza mozzafiato) quale giovane "scoppiato" e votato per propria scelta alla marginalità sociale e allo "sballo": un battello impazzito e senza timoniere, destinato a sfasciarsi contro il primo ostacolo sulla sua strada, come renderà chiaro l'episodio conclusivo della vicenda.
Il volume, che raccoglie tavole pubblicate in origine nel 1994, è assolutamente sorprendente per la maestria grafica esibita dall'autore, spinta fino alla calligrafia, che stride intenzionalmente con una storia di degrado umano che sembra invece uscita pari pari dai fumetti di Andrea Pazienza o di Filippo Scòzzari, con ampie e continue concessioni all'onirico e al surreale.
Sullo sfondo di una Venezia a metà strada fra la cartolina illustrata e un fumetto disegnato da un Walt Disney strafatto di LSD, si agitano i quattro amici, tesi unicamente allo ricerca costante dello "sballo" e del piacere, fino a rischiare o trovare l'autodistruzione.
L'autore costruisce una storia densissima, stratificando citazioni ed allusioni ad ogni pagina, divertendosi addirittura a "rifare" celebri quadri antichi in versione distorta e dissacrata, disegnando una Venezia popolata di turisti che sembrano più marziani che umani, e che incrociano di continuo i protagonisti ma in una posizione fuori fuoco, sempre al di fuori delle loro vite e dei loro interessi, come una specie di fauna infestante che brulica sullo sfondo.
Questo fumetto è un piccolo gioiello che si rilegge molte volte, scoprendo sempre particolari nuovi.
E pazienza se l'elemento omosessuale è tanto piccolo e marginale: di pane per i denti di tutti qui ce n'è di certo.