recensione diMauro Giori
Saturday Night at the Baths
Dopo Stonewall l'esplosione dei film gay, sebbene non paragonabile a quella che ha invaso i mercati negli ultimi vent'anni, ha prodotto un po' di tutto, compresi molti film a basso o bassissimo costo che in virtù della loro relativa indipendenza hanno potuto esplorare in modi nuovi e con maggiore sforzo di realismo molti aspetti prima ignorati dal cinema ufficiale. Alcuni di questi film risultano piuttosto singolari, anche perché non è sempre chiaro cosa avessero in mente i loro autori. È il caso di questo Saturday Night at the Baths, opera girata in economia, fino alla rozzezza, e senza fronzoli di sceneggiatura, fino al semidocumentarismo (si vedano le scene dello spettacolo alla sauna). La vicenda ruota intorno a un bisessuale che, trovandosi a lavorare in una sauna gay come pianista, viene immediatamente sottoposto alle attenzioni del giovane amministratore del locale. Si tira avanti fino alla fine a forza di incertezze, verso un ménage à trois che non si concretizza. In altre parole, non succede nulla.