recensione diLavinia Capogna
Eguali amori
Eguali amori, del 1988, è un romanzo in cui emerge un secondo leitmotiv dello scrittore David leavitt, dopo il coming out: quello della malattia di una madre.
Tema dolorosissimo, che Leavitt conosce perché purtroppo ha vissuto il calvario di sua madre, Gloria, ammalata di cancro per dodici anni.
Louise, la protagonista di Eguali amori, è una donna volitiva, di una bellezza "alla Gene Terney" (un'attrice degli anni '50 molto bella ed intensa, famosa per i suoi occhi verdi, e che sembra ebbe molti problemi psicologici per cui interruppe la carriera) è ammalata di cancro da molti anni.
I due figli di Gloria, Danny e April, sono entrambi gay.
Danny è un simpatico avvocato e April una cantate folk che da etero ha scoperto la sua omosessualità.
E' una ragazza scanzonata e ironica che decide di avere un figlio, attraverso la fecondazione artificiale, da un gay ecologista e salutista di cui è amica.
Il romanzo si chiude con una scena-ricordo in cui Gloria, segretamente, andata da un prete cattolico per convertirsi (è di fede ebraica) viene garbatamente indirizzata dal prete da un analista!
E' una scena rigorosa, degna di un film drammatico, e vi è tutta la disperazione di Gloria che sa di essere ammalata e che sa pure che il marito ha una relazione sentimentale con un'altra donna.