recensione diGiovanni Dall'Orto
Alejandro [2010]. Delirio camp omoerotico per Lady Gaga.
"Lady Gaga copia Madonna!". "No che non la copia!"....
Ecchissenefrega. Se la copia, è diventata ormai migliore dell'originale, se non la copia, lo fa per cosa? Per produrre canzoni che, come questa, per stile e arrangiamenti potrebbero benissimo stare in un album di Madonna senza che nessuno noti la differenza -- e questo non è un complimento.
Dunque, rinfoderiamo le pistole ed esaminiamo questo nuovo video http://www.youtube.com/watch?v=niqrrmev4mA per quel che è e per quel che vale.
Questa "Alejandro" di per sé è una canzoncina talmente scombinata che meriterebbe il dispetto che fa Paola Cortellesi alle cantanti superstar straniere, quando traduce alla lettera il testo e lo canta sulla musica originale: in questo modo la loro stupidità emerge in modo agghiacciante.
Ed anche qui, l'effetto non è che sia diverso:
"Sai che ti amo, ragazzo,
Messico rovente, evviva.
A questo punto devo scegliere,
niente da perdere".
Vere perle di saggezza esoterica...
Come per tutti i prodotti camp (quelli di Madonna in modo discreto, allusivo e malizioso, quelli di Lady Gaga in modo plateale, sfacciato, dichiarato ed esasperato) anche questo video non vuol dire assolutamente nulla. Si bea della bellezza dell'immagine in sé, perché il suo messaggio è che non esistono messaggi, e quelli che ci sono, sono falsi. Solo il falso è vero. (E se non avete voglia di rileggervi le "Note su Camp" di Susan Sontag, concedetemelo sulla parola).
Che l'ottica camp sia la chiave di lettura di quest'orgia visiva d'una decina di minuti lo dimostra un ballerino nella scena in cui un'ammucchiata di uomini assatanati e seminudi circonda e adora la cantante che, di spalle, si denuda. Andate a 8:16 e noterete che, nel momento in cui la nudità della diva appare ai suoi occhi, lui scoppia a riderle in faccia.
Ora, in un video come questo, in cui sono curati e controllati anche i riccioli delle ciglia delle formiche che passavano di lì, è escluso che questo "incidente" non sia stato lasciato deliberatamente, come strizzata d'occhi. "È tutto falso, è tutto staging, è tutta recitazione. Per questo lo adoriamo".
In una parola: è camp.
Video e canzonetta non hanno alcun rapporto. La canzonetta non è stupida: è francamente cretina, al di sotto del limite dell'incomprensibilità. Lady Gaga ama Alejandro (che ha una "lei" che lo concupisce), però va a letto con Fernando e con Roberto, e deve prendere una decisione. Fine della canzone.
Viceversa, il video è una tale orgia di spunti visivi che la comprensibilità è fuori discussione. Ma se lo dicessimo al regista probabilmente si offenderebbe:
"E cosa c'è da comprendere? Non vi bastano i corpi muscolosi dei maschiacci che si agitano, e la vostra diva preferita che ondeggia come una silfide, sodomizza maschi, ingoia un rosario e appare vestita (in rosso) da suora? E il costumino bianco con la freccia rossa la cui punta termina esattamente sulla vagina? Che altro volete? Anche un significato, adesso?".
No, ovviamente no, non oseremmo mai fare tale sanguinosa offesa! Anche perché chi ha provato a trarre un significato se ne è uscito con questa follia esegetica, che ho trovato su Facebook:
"Il video di Alejandro si incentra principalmente su tre temi: la guerra, l'omosessualità e la chiesa.
Nel testo compaiono tre nomi, ossia tre uomini: Alejandro, Fernando e Roberto, che rispecchiano i tre mali che, secondo Gaga, l'uomo procura sugli altri uomini.
Alejandro è il male della forza e della guerra, che compare nelle prime scene (l'uomo col cappello pieno di borchie), Fernando è il male dell'omofobia, che compare in colui che è dominato da Gaga inizialmente sul letto e Roberto è il male delle false "opere buone" della chiesa, che compare nella scena finale, accanto alla suora che muore".
Vi risparmio il resto... Credo che questo signore non abbia capito che qui non c'era nulla da capire.
Ci sono tante belle immagini patinatissime (da spot di moda: il regista, Steven Klein, è in effetti un fotografo di moda), note musicali patinatissime, arrangiamenti patinatissimi, una cantante patinatissima che se non altro canta bene e balla bene ed è pure giovane e carina, e poi ci sono 12 maschiazzi 12 a torso nudo. Serviva forse altro, scusate? Ovvio, che no.
Un bravissimo coreografo, "fuso" di cervello come tutti i collaboratori della Gaga, ha introdotto vaghi elementi militari e nazi che non c'entrano una cippa con il testo ma che sono infilati lì perché sono carini, e questo basta. Se da un lato ci (mi) offende la scelta politically very uncorrect dei maschioni paranazisti seminudi che all'inizio trasformano una marcia militare in un balletto, d'altro canto alla fine si rivedono gli stessi, completamente vestiti in cuoio, che incedono ai lati della diva in perfetto "catwalk" di passerella di moda, in modo languido e svenevole: non credo che questo farà esultare i paranazisti.
E la bara, e il funerale iniziale sotto la pioggia? Che c'entravano?
Ripeto, guai a cercare una logica (che c'azzecca il supermodel Evandro Soldati in mutande con in testa un casco da poliziotto londinese borchiato? Nulla, ma era decorativo, quindi ce l'han messo).
La sola logica di questo clip è l'estetica. Non c'è un significato, non c'è un messaggio, c'è solo la voglia di produrre un clip perfettamente patinato e che stupisca. Esteticamente funziona, nel suo delirio onirico da Pink Narcissus? Sì. E allora che altro volete ancora?
Ovviamente, e prevedibilmente, data quest'ottica, era scontato che l'omoerotismo del clip fosse assolutamente sfacciato.
Non tanto nelle scene con ballerini muscolosi in mutande, o in quelle degli stessi in tacchi a spillo su un letto (addirittura sodomizzati alla pecorina da Lady Gaga), e neppure nella fornitura industriale di maschi ignudi in pose plastiche e molto virili, e nemmeno nella totale assenza di figure femminili eccetto la Divà.
No, tutto questo non era ancora abbastanza!
Forse timorosi d'essere fraintesi e sospettati di cripto-eterosessualismo, gli autori del clip hanno infilato anche alcune figure di ballerini che si strusciano e toccacciano sullo sfondo mentre i loro colleghi sprecano energie in primo piano con la divazza.
Questo dettaglio non si nota immediatamente, anzi si nota meglio con qualche fermo immagine. Però c'è...
Concludendo. Era difficile stupire ancora di più che in Telephone, che in pochi minuti ha bruciato l'intero immaginario di visivo di un David Lachapelle, di uno James Bidgood e di venti altri visionari camp.
Qui c'è l'effetto-assuefazione: ad ogni nuovo clip servono dosi sempre maggiori di camp e di delirio puro per avere il medesimo flash mentale.
E in effetti, Alejandro non riesce a stupire di più di Telephone. Però a stupire altrettanto, probabilmente sì.
Lady Gaga è l'archetipo, l'Idea platonica, la matrice universale delle fag-hags.
Chinate il capo e il ginocchio, o checche di tutto il mondo, di fronte alla vostra profetessa e divinità!
E cercate di non scoppiarle a riderle in faccia almeno voi... diamine!