recensione diDaniele Cenci
Gioia e conforto
Fin dai tempi del liceo, Ford, aitante campione, ha spopolato anche tra i ragazzi, sperimentando con loro febbri erotiche e scariche d'adrenalina raramente provate con le squinzie di turno.
Ma non ha mai voluto ammettere la natura profonda di quei desideri, rifiutandosi di prendere coscienza della sua identità, anche per timore dell'ambiente familiare conservatore.
Poi Ford, ora carismatico pediatra, incontra Dan nell'ospedale dove entrambi lavorano. Dan, emofiliaco e sieropositivo (l'hiv l'ha aggredito a seguito di una delle tante trasfusioni indispensabili per sopravvivere), s'aggrappa allora a Ford come ad un rifugio sicuro contro l'indifferenza del mondo esterno.
Struggente la scena in cui la madre (guardiana in un cimitero dove è sepolto anche il fratellino tragicamente scomparso) aiuta ad incartare l'anello che Dan donerà al compagno come pegno del suo amore.
L'incontro col fragile e appassionato Dan susciterà in Ford il coraggio di dichiararsi al mondo e di sfidare, in un memorabile Natale, l'ostilità dei genitori, inariditi e resi sordi dal pregiudizio.