recensione diDaniele Cenci
Non chiedere non dire?
In quel regno della fallocrazia e del maschilismo che è ancor oggi l'universo in divisa, non stupisce che sulla dignità visibile di uomini e donne che amano persone del proprio sesso, prevalga il grigio esercito dei "quasi etero" o dei "non ancora gay", di poliziotti e soldati che in maniera schizofrenica tentano di conciliare i loro desideri con l'ostilità delle istituzioni, castrando la carica affettiva delle loro relazioni, vivendo clandestinamente, nel reciproco sospetto e nella paranoia, le proprie avventure ed amori.
L'omofobia è diffusa e imperante, l'ossessione della virilità/femminilità a senso unico (cioè etero) è ben radicata dentro. Nei confronti degli omosessuali che servono il Paese in divisa è pervasivo il mobbing orizzontale (i colleghi) e verticale (i superiori): raramente violento, ma continuo e snervante. Quasi tutti gli intervistati sono consapevoli che il cambiamento potrà essere favorito dal coraggioso impegno in prima persona dei singoli poliziotti e militari (e delle loro rappresentanze sindacali), più che dalle teoriche aperture dei vertici e dei responsabili politici.
Ad una prima parte che raccoglie la viva testimonianza di quindici gay nelle forze armate e dell'ordine, segue un saggio sulla condizione degli omosessuali in divisa tra norme e istituzioni, con un prezioso approfondimento della scena italiana e americana, e un'articolata disamina del continente europeo: il tutto corredato da un'essenziale biblio-filmografia.