recensione diPatrizia Colosio
L'educazione sentimentale di C.B.
Per chi è abituata alla graffiante ironia di Margherita Giacobino o all'intelligente lucidità dei suoi saggi questo romanzo risulta un po' spiazzante: ci proietta infatti sul piano di un percorso interiore che, tra scoperte, iniziazioni e riconoscimenti condurrà la giovane protagonista alla consapevolezza di sé e del proprio desiderio.
La scelta della narrazione in seconda persona conferisce vivacità al racconto ed evoca la figura di un'adulta che guarda complice e orgogliosa a una sé piccina alle prese con i riti di passaggio della vita. E non è facile quando i riti impongono schemi in cui una giovane butch di provincia non è prevista. Ci vuole la stoffa giusta e molta determinazione per riuscire a cavarsela in un mondo che sulla contrapposizione binaria femmine-maschi ha costruito la propria ragion d'essere e mal sopporta avventurose incursioni in terre senza confini.
Pensando poi che le schermaglie dell'infanzia sono nulla rispetto alle complicazioni dei rapporti con le donne, quelle donne che man mano vanno delineandosi come oscuro oggetto del desiderio.
Così incomprensibili nella loro ostinazione desiderante verso i maschi; chissà se è davvero una forma di daltonismo mentale quella che porta la protagonista a dirsi: "Perché una Patrizia Corbetta preferisce piangere con il fidanzato piuttosto che ridere con te?"
Fino al primo approdo sicuro a una patria ritrovata, i libri, dove "i sentimenti non sono di un solo colore ma possiedono tutte le sfumature dell'iride".
Anche se nessun libro può esserti d'aiuto nelle peripezie dell'amore e del sesso quando "i sensi sono appesi a testa in giù come pipistrelli" e ansiosa ti chiedi se per caso sei predestinata ad amare qualunque donna con cui ti trovi a letto.
Su tutto, la ricerca spasmodica di una verità su di sé cui neanche il femminismo potrà dare risposta.
Solo l'esperienza e la sua preziosa rielaborazione sapranno di volta in volta suggerire le parole per dirlo; anche alla propria madre, nella fredda mattina di un malinconico inverno.