recensione diGiovanni Dall'Orto
Quei maledetti dollari [1972]
Questo "giallo" risale al 1972, quando il movimento gay era nato da pochissimi anni. Risente ancora della trattazione dell'omosessuale come persona contigua agli ambienti criminali, e portata a delinquere a causa della sua condizione umana.
Trattandosi di un giallo, non posso raccontarne la trama senza rovinare il piacere della lettura. Posso però almeno accennare al fatto che inseguendo le tracce di uno (Tipton Horgan) dei personaggi sospettati per la rapina con omicidio su cui indaga, il protagonista arriva (p. 56), a Christopher street, in una compagnia teatrale gay frequentata da Horgan, la cui omosessualità segreta viene così svelata.
Da qui inizia un giro per i bar gay di New York (pp. 67-69), visti e descritti con l'occhio in cui si parlerebbe di uno zoo.
La filosofia del tenente Shunk, parlando di Tipton Horgan in quanto omosessuale, è del resto semplice:
"Su Tip nulla. A quelli come lui noi non possiamo far niente, a meno che non diano scandalo o non diventino violenti. La gente si preoccupa quando si tratta di ragazzini, ma quelli lì coi ragazzini ci vanno piano. E' raro che un omosessuale aggredisca un ragazzino" (p. 152).
Davvero aperto d'idee!
Nella conclusione (pp. 164-168) si scoprirà infine che l'omosessualità ha avuto un ruolo essenziale in tutta la vicenda, in un modo che non posso rivelare, ma che dimostra una volta di più clichés e pregiudizi omofobi.
Il giallo di per sé è gradevole, frutto di buon mestiere, ma non da mozzafiato.
L'introduzione di personaggi omosessuali, che nel 1972 poteva sembrare piccante e insolita, oggi contribuisce al contrario a dare al romanzo un'aria datata e scontata.
Consigliato solo ai veri appassionati del genere.