recensione diGiovanni Dall'Orto
Il segreto della rocca. Diabolik incontra i gay (dopo mezzo secolo)
"Diabolik" è un fumetto che, uscendo ininterrottamente dal 1962, ha raggiunto uno status iconico. Ma pur avendo quasi raggiunto il mezzo secolo di vita, era rimasto ancorato alla cultura e alla mentalità dell'Italia in cui era nato, e non aveva mai fatto cenno all'omosessualità, l'argomento tabù per eccellenza nell'italietta democristiana, perfino su un fumetto che ha il crimine e il delitto come sua tematica principale.
L'editore ha infine colmato la lacuna con questo piccolo albo, nel quale il protagonista è chiamato ad aiutare un amico, che si trova nei guai dopo la morte di un giovane, il cui cadavere è stato trovato alla base dell'antica torre in cui abita.
A sorpresa emerge che questo amico, Saverio Hardy, è omosessuale, e che il giovane era il suo compagno. Purtroppo gli indizi indicano in Hardy l'assassino, ma la realtà è ben diversa, come scopriranno Diabolik e la sua compagna Eva (che si travestirà da giovane gay ricattatore per estorcere la verità al sospetto mandante dell'omicidio).
Talmente diversa che dopo il colpo di scena che scagiona il sospetto, ci sarà un ulteriore colpo di scena che rivelerà una verità ancora diversa.
La vicenda ruota attorno al fatto che Hardy è uno scrittore affermato che ha deciso di fare coming out, non sopportando più di vivere nella menzogna, incoraggiato in questo dal suo partner. Ma il suo editore è contrario all'idea: le sue fortune economiche dipendono dal finanziamento d'un film tratto da un romanzo di Hardy da parte di un'associazione molto reazionaria e bigotta, che certo si ritirerebbe dall'affare se l'autore del soggetto fosse un notorio omosessuale.
La trattazione del tema è deliziosamente "rétro", ma anche delicatamente "per bene" e "rispettosa". A differenza di quanto accade in troppi fumetti italiani rivolti alla massa (sto parlando di quelli della Bonelli editore, ovvio), qui non si manca mai di rispetto al personaggio omosessuale. Non ci sono cliché o stereotipi, e, per quanto lo consentono le dimensioni molto contenute dell'albo, Hardy è un personaggio "positivo" a pieno titolo.
Certo, fa sorridere questa vicenda ambientata in un mondo ovattato dei ricchissimi e famosi: quello dei gay tutti ricchi e tutti famosi è pur sempre uno stereotipo, sia pure "positivo". Ma questo è il mondo in cui è ambientato Diabolik, che essendo un ladro di successo è ricco, e deve frequentare i ricchi, se vuole avere occasioni "lavorative".
Questo albo s'incastona in una tradizione semisecolare stratificatissima nella quale è difficile cambiare qualcosa senza correre il rischio di far crollare tutto il castello di carte, ma direi che sia riuscito nel compito di affrontare temi nuovi pur rivolgendosi a un pubblico consolidato con aspettative molto precise rispetto a quel che può o non può apparire nel fumetto.