Ludwig

23 giugno 2005, "A qualcuno piace gay" (La libreria di Babilonia, 1995)

Per esigenze di produzione, Ludwig fu distribuito inizialmente in versione ridotta (lunga comunque 173 minuti...); dopo la scomparsa del regista alcuni amici ne hanno acquistato i diritti e ne hanno creato una versione ben più lunga, secondo un montaggio abbastanza attendibile. La durata attuale di quattro ore fa assumere al film una densa corposità ed un ritmo narrativo più scandito, in una serie di blocchi.

La vita dell'ultimo re di Baviera è ricostruita attraverso le testimonianze di persone a lui vicine che ne rievocano i momenti più significativi, facendo emergere chiaramente il suo tragico isolamento e il progressivo maturarsi del suo ineluttabile destino.

Tutta la storia è focalizzata su Ludwig, l'ennesima figura di sconfitto del cinema di Visconti, grazie a cui viene a galla la vacuità (sin dal momento dell'incoronazione, che è un vuoto cerimoniale) di un potere ormai al crepuscolo e di una classe, l'aristocrazia, incapace di stare al passo di una società mutata.

L'infelice re è il portavoce di un'esasperata cultura romantica, che non accetta il pragmatismo di una società fondata sui beni materiali e che si sente impotente nella sua funzione storica; così, nonostante la presenza di Elisabeth e Durkheim, gli unici personaggi che riescono ad avere un dialogo con lui, si isola sempre più sdegnosamente nei suoi favolosi castelli, vagheggiando un sogno impossibile, un mondo fatto solo di poesia e di utopie scollate dalla realtà.

Il decadentismo di Ludwig - l'estetismo portato all'eccesso, la solitudine, la vocazione alla morte, la mania di grandezza - trova un puntello decisivo nell'omosessualità, che esalta ancora più il suo distacco dalla norma. Obbligato dalla ragion di stato a sposarsi, Ludwig scopre in sé l'attrazione verso gli uomini, prima con titubanza (nell'episodio dello scudiero sorpreso a fare il bagno) poi con sempre maggiore accettazione, in un graduale crescendo: lo spiare il torso nudo di Hornig, la relazione con lui, le scatenate orge con gli stallieri.

Helmut Berger, in un film in tutto gioca a ricostruire magnificamente l'atmosfera di quel momento storico, descrive pienamente il degrado fisico e psichico del re e il suo delirio che non può che approdare alla morte.

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