Eliogabalo

4 agosto 2015

La figura di Eliogabalo (o Elagabalo), così come ci è stata tramandata, ha rappresentato a lungo la quintessenza dell’eccesso sessuale, che peraltro una lunga tradizione ha associato alla decadenza di Roma. Ma, stando ai racconti degli storici, particolarmente di Cassio Dione Cocceiano, Eliogabalo si spinse ben oltre le “solite” orge romane, sposando e divorziando da cinque donne e persino da un uomo (dopo aver avuto una lunga relazione con uno schiavo), prostituendosi truccato da donna e indagando presso medici la possibilità di farsi operare per cambiare sesso. Fu imperatore per soli quattro anni, dal 218 al 222, quando fu assassinato, ma in compenso è rimasto nei secoli l’emblema dell’eccesso, stimolando in particolare l’immaginario decadente di fine Ottocento. E come poche altre eccentriche figure storiche (si pensi a Ludwig II), ha finito con l’essere canonizzato da una certa cultura omosessuale in cerca di avi da rammemorare, finendo protagonista di numerosi dipinti e lavori letterari (basti ricordare lo spassoso Super Eliogabalo di Arbasino).

Il cinema delle origini, dal canto suo, guardava spesso all’antichità per dare corpo alle sue visioni, e ovviamente guardava a un’antichità di fantasia, senza pretese filologiche di sorta e spesso mediata da altrui immaginazioni letterarie, quale pretesto per comporre quadri più o meno coloriti, colossali (laddove le risorse lo permettessero) e, perché no, sensuali (il pubblico gradiva sempre, i moralisti un po’ meno, ma la censura era allora solo una minaccia, non ancora una realtà burocratica). Nel cinema italiano, che all’epoca era una delle principali cinematografie del mondo, il filone del kolossal storico divenne un genere fondamentale. Non fu così in Francia, l’altra grande industria cinematografica di allora (insieme agli Stati Uniti), ma a Eliogabalo furono comunque dedicati due film nel giro di pochi anni. Di essi, ci è rimasto quello firmato da Louis Feuillade, regista di punta della Gaumont e futuro maestro del serial cinematografico, i cui Fantômas, Les vampires e Judex rimangono tra le più seducenti realizzazioni degli anni Dieci.

Glorie che non si possono prefigurare guardando questo Héliogabale, lavoro di routine con tutte le caratteristiche proprie del cinema delle origini, composto com'è da una serie di quadri fissi (veri e propri tableux vivants di impostazione accademica), affollati di personaggi che si agitano con movenze eccessive per il gusto odierno. Gli unici che si muovono a stento e barcollano svogliati per l’inquadratura sono i leoni mezzo sedati che dovrebbero inseguire i cortigiani per divertire l’imperatore.

Le intemperanze del quale si riducono a poca cosa in verità: con soli cinque brevi quadri a disposizione, Feuillade mostra dapprima Eliogabalo intrattenersi in un gineceo, quindi annoiarsi mentre un servetto gli dipinge le unghie dei piedi, infine liberare i leoni perché scorrazzino appunto tra le stanze del palazzo rovinando la festa ai cortigiani intenti a bere e a chiacchierare (ovvero, la traduzione che poteva permettersi il cinema di allora di “orgia”): motivi per cui viene infilzato dai pretoriani nell’ultimo quadro. Come si vede nulla di particolarmente esplicito circa la sessualità dell’imperatore, che anzi quando si adira col servetto perché graffiato per disattenzione, abbraccia poi una serva per consolarsi. Ma la fama precede il personaggio, e questa non è un’annotazione estemporanea, bensì una caratteristica ricorrente e fondamentale del cinema dell’epoca, spesso non autosufficiente nell’esporre racconti intesi a visualizzare allo spettatore quadri isolati di storie che si supponevano note, si trattasse della passione di Cristo, di tragedie o romanzi celebri, o ancora di vicende storiche di fronte alle quali si presumeva che lo spettatore fosse in grado di colmare le lacune.

Sicché bastano un carattere infantilmente capriccioso e un’estrema leziosaggine nelle movenze per suggerire (in modo peraltro decisamente precoce rispetto a quanto il cinema farà solo di lì a qualche anno) quello che sarebbe stato sconveniente esplicitare.

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