Andersen, Hendrik

Un amore di Henry James

Hendrik Christian Andersen (7 aprile 1872 -- 19 dicembre 1940) è stato uno scultore, pittore e urbanista americano di origine norvegese.

Andersen nacque a Bergen, Norvegia, nel 1872, ed emigrò da bambino con la famiglia a Newport, Rhode Island l'anno seguente. Nel 1893, Andersen viaggiò in Europa per studiare arte e finì per stabilirsi per il resto della sua vita a Roma.

Qui entrò nelle grazie di altri artisti, come pure di diversi facoltosi espatriati, e potè grazie a loro perseguire il suo lavoro

La città mondiale

La scultura di Andersen, i dipinti e gli scritti dimostrano una grande passione per opere grandiose, monumentali e di ispirazione classica, che Andersen credeva stimolassero nell'osservatore un desiderio di automiglioramento.

Gran parte del suo lavoro è stata svolta come preparazione al progetto di una perfetta World city, la "Città-Mondiale", colma d'arte, e che avrebbe motivato l'umanità a perseguire uno stato quasi utopico.

La sua filosofia urbanistica divenne evidente nel 1913 con l'opera A World Center of communication. Questo enorme tomo del peso di oltre 5 kg, scritto con Ernest Haebrard, era l'evoluzione di uno scritto precedente di Andersen, The fountain of Life.

Il nucleo del lavoro di Andersen consisteva nella credenza che l'arte, e soprattutto l'arte monumentale, potesse portare al mondo pace e armonia. Il progetto chiedeva la creazione di una capitale mondiale. La città sarebbe stata

una fontana di conoscenza strabordante da nutrire con gli sforzi di tutto il mondo nell'arte, nella scienza, nella religione, il commercio, l'industria e la legge; in cambio avrebbe diffuso la conoscenza a tutta l'umanità come se fosse un immenso, divino organismo concepito da Dio, il requisito vitale che ne avrebbe mantenuto la forza, protetto i diritti e permesso di raggiungere nuove altezze attraverso una concentrazione degli sforzi di tutto il mondo.

È evidente nel trattato di Andersen la filosofia secondo cui l'arte può cambiare l'umanità e produrre la perfezione.

Sebbene ampiamente criticati dagli altri urbanisti dell'epoca per la sua ingenuità politica unita a un'enfasi eccessiva sulla monumentalità, i suoi lavori dimostrano una comprensione dei conflitti sociali e politici conseguenti alla diffusione dell'aggressivo nazionalismo dei primi decenni del XX secolo, e cercava di usare l'arte per una ricerca di un mondo utopico.

La visione del potere dell'arte e dell'architettura nel trasformare la società può essere vista come un anticipazione di concetti simili avanzati nel XX secolo da diversi urbanisti come Le Corbusier nella sua "Città Contemporanea".


Rapporti con Henry James

Nel 1899 Andersen incontrò Henry James, lo scrittore e patriota americano. Sebbene Hames fosse di circa 30 anni più vecchio, i due svilupparono un'intensa relazione che durò fino alla morte di James nel 1915. Sebbene la natura precisa di questa relazione sia ancora soggetta a controversie, i due si scambiarono numerose lettere che mostrano un legame molto stretto anche di amore omoerotico, forse meglio illustrato da una lettera di James ad Andersen in seguito alla morte del fratello di quest'ultimo il 9 febbraio 1902, nella quale James scrisse:

Il fatto che non posso aiutarti, vederti, parlarti, toccarti, tenerti stretto a lungo o fare nulla per tranquillizzarti e farti sentire la mia profonda partecipazione - questo mi tormenta, carissimo ragazzo, mi fa dolere per te e per me stesso; mi fa stridere i denti e gemere contro l'amarezza di queste cose [...]

Un solo pensiero che mi solleva un poco - mi auguro che tu possa pensare all'idea o anche solo alla possibilità. Sono in città per qualche settimana, ma ternerò a Rye il 1 aprile, e prima o poi ti vorrei vedere là, e stringerti e lasciarti posare su di me come fratello e amante, sostenerti, lentamente confortarti o almeno toglierti l'amarezza del dolore - questo io cerco di immaginare, come fosse pensabile, fattibile, non totalmente fuori questione

Colm Toibin nel suo romanzo del 2004, The Master ha utilizzato materiali da diverse fonti per esplorare ed esaminare approfonditamente gli inizi del rapporto tra James e Andersen.

Il Museo Hendrik Christian Andersen

Andersen morì a Roma nel 1940, donando la sua casa ("Villa Hélène"), lo studio, i documenti e più di 400 lavori al Governo Italiano.

La sua casa è stata restaurata e convertita in museo (è in via Pasquale Stanislao Mancini 20 - piazzale Flaminio. È aperto al pubblico da martedì a domenica dalle 9 alle 20).

Il museo contiene gran parte dei lavori di Andersen, oltre a quelli di altri artisti e fotografi contemporanei, suoi amici e conoscenti.

La tomba

Andersen è sepolto al Cimitero acattolico di Roma.

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