Il gayo mondo di Dolcenera

30 aprile 2006, "Pride", aprile 2006

Si fa chiamare Dolcenera, prendendo a prestito questo pseudonimo da una canzone di Fabrizio De Andrè, ma il suo nome è Manuela. Superfavorita all'ultimo festival di Sanremo con il brano "Com'è straordinaria la vita", si è però piazzata solo al secondo posto della categoria donne. Ha appena pubblicato Il popolo dei sogni, terzo album della sua carriera.
Dolcenera in questo album ci propone una canzone a tematica omosessuale: "Resta come sei"; in un altro brano, "L'amore (il mostro)" affronta il tema della pedofilia e della violenza sui minori, dopodoché fa sue "America" della Nannini ed "Emozioni" di Battisti, mentre "Il luminal d'immenso" è una cover di "A wolf at the Door" dei Radiohead.
Sin dal suo esordio, al Sanremo del 2003, Dolcenera è molto vicina all'ambiente gay.
Noi l'abbiamo incontrata, subito dopo il festival, e le abbiamo chiesto di raccontarci il suo mondo.
Ciao Manuela, come va?
Tutto bene, grazie!

Parliamo di Sanremo, eri la superfavorita e poi la Tatangelo ti ha soffiato il primo posto della categoria donne. Sei delusa?
No. Tutto il polverone del favorita non l'avevo certo alzato io. Quando una cosa viene da altri te la prendi addosso, come un piccolo peso in più, che però provi a farti passare attraverso. Le cose poi vanno come devono andare: certamente non sono rimasta male quando è passata la Tatangelo al posto mio perché ero contenta di quello che avevo fatto sul palco.

Al festival hai cambiato un "andare affanculo" del testo originale della tua canzone con "andare lontano". La censura di Sanremo è ancora così pesante con i testi delle canzoni?
No, sono stata io spontaneamente a fare questa scelta. Anche qui c'era stato un gran polverone, tanto che il mio brano era stata chiamato la canzone dell'affanculo.
Una parola ha il suo significato in base al contesto, e qui non era di certo una parolaccia. Io però volevo dare importanza al messaggio della canzone, all'emozione vera, e quello era solo un particolare per rendere l'idea di mollare tutto in tronco e andarsene affanculo!
Perciò, quando mi sono resa conto del fatto che l'attenzione era tutta sulla parolaccia, e solo su questo particolare, ho deciso di toglierla.

Ho ascoltato il tuo ultimo album
Il popolo dei sogni, per il quale ti faccio i complimenti. Mi ha colpito molto la canzone "Resta come sei" in cui parli di omosessualità. Non hai mai pensato di portare questa canzone al festival?
"Resta come sei" non l'avevo pensata per il festival.
Il brano che ho presentato, "Com'è straordinaria la vita", rappresenta molto la mia vita e le mie emozioni di questi ultimi anni. Di come ci si sente su un'altalena, in un'onda che va su e giù e non sai mai in che punto sei. Quando ti ritrovi su, poi in un attimo sei giù, la vita ti sorprende sempre, da un momento all'altro, ti dà una batosta, poi ti fa un regalo. Era questa l'emozione che volevo portare a Sanremo, dove è praticamente cominciata la mia storia.
Tutte le altre canzoni dell'album, inclusa "Resta come sei", sono nate vedendo altre realtà forti alle quali sono stata accanto per diverso tempo. Il mondo lesbico e gay in particolare, per questo brano. Tutti mondi che io ho vissuto, in questo periodo, e così ne ho fatto canzoni, spontaneamente.
È da quando sono uscita nel 2003 con il brano "Siamo tutti là fuori" che sono a contatto con l'ambiente gay. Ho conosciuto persone di grande sensibilità che mi fanno stare bene, con sentimenti puri, autentici.
"Non esiste" il fatto di avere dei pregiudizi. Con "Resta come sei" ho voluto trasmettere la normalità di vivere di ogni persona, qualsiasi sia la sua sessualità. Cosa importa se a uno piace il vino o la birra? In questa canzone, in particolare, ho preso come riferimento una donna.
La dichiarazione dell'omosessualità è un processo che parte da lontano, è un percorso che spesso ha dentro ostacoli, dolore, solitudine. Un percorso che avviene prima con una dichiarazione a se stessi, poi c'è la necessità di farla ad altri perché non se ne può più di nascondere la propria natura.
Questo, specialmente per una ragazza, spesso comporta molte difficoltà, il provare a dirlo in casa, alla mamma, etc.
Ho provato quindi a descrivere questa emozione qua.

Ti ha ispirato una storia vera, una lettera di una fans, come ti era successo per una canzone del tuo album precedente?
Mi sono ispirata alla storia di molte ragazze, ma stavolta dal contatto diretto, non da lettere.

Sei una delle artiste italiane più vicine al mondo gay. Come mai questo contatto? Come è nata questa cosa?
È nato tutto nel 2003 con "Siamo tutti là fuori".
C'è stato un avvicinamento naturale, forse per il tema della canzone che raccontava della voglia di stare bene, di lasciarsi andare e di cercare la propria strada insieme, anche di notte, e questo si adatta bene allo stile di vita notturno del mondo gay e lesbico.
Poi, un amico gay mi ha fatto notare che io ho un carattere molto forte ed una femminilità molto androgina: forse anche questo piace molto, incuriosisce, e mi avvicina a questo mondo dove mi trovo benissimo.

Hai mai avuto esperienze omosessuali?
No.

Proposte da parte di donne, immagino di sì?
Sì, questo sì.

E come hai reagito?
Ma, la prendo normalmente, come se me l'avesse fatta un uomo: è la stessa cosa. Io poi sono legata sentimentalmente da dieci anni, quindi direi comunque di no, sia ad un uomo sia ad una donna (ride).

Vogliamo parlare un po' del tanto dibattuto tema dei Pacs?
Le coppie di fatto tra persone dello stesso sesso sono un fatto, e non si possono ignorare. Io credo nell'unione tra le persone, indipendentemente dal sesso.
Da questo punto di vista c'è un vuoto legislativo che dimostra l'imbarazzo per il fatto di non poter imporre un divieto, perché sarebbe incivile e non democratico. Per qualcuno è meglio quindi non legiferare, così si risparmiano quei quattro soldi che si riconoscono alle famiglie con le agevolazioni fiscali, e si evita l'imbarazzo di non saper rappresentare culturalmente la società civile italiana, con tutte le sue minoranze. Aspetta, "minoranze" lo metterei tra virgolette.
Credo che la civiltà di una nazione si misura dal rispetto che ha per le "minoranze". Bisogna colmare al più presto questo vuoto legislativo.

Molti maligni dicono che tu vuoi scopiazzare Gianna Nannini. Nel tuo disco però hai addirittura inciso una cover di "America". Cos'è: una provocazione?
"America" l'avevo cantata a Music Farm, mi era venuta particolarmente bene ed i ragazzi spesso me la chiedevano dal vivo, durante i miei concerti dello scorso anno, dove la eseguivo sempre.
Un album rappresenta un pezzo di tempo che tu hai vissuto, riguardo alle emozioni e riguardo alle musiche, per cui per raccontare il mio percorso ho deciso di inciderla.
Poi Gianna mi piace tantissimo, così come la Bertè e tutte le donne con una sorta di anima rock.
Ci sono alcune cose che mi accomunano alla Nannini, come il pianoforte che però lei ad un certo punto della carriera ha abbandonato. Ma a parte questo ci sono molte differenze, perché la musica parte da anime diverse.
Non è che la copio: mi piacciono molte cose che ha fatto, ma ho una parte artisticamente diversa da lei. Io non avrei mai scritto cose che ha scritto lei, come lei non avrebbe scritto cose che ho scritto io, come "Mai più noi due".
Ci sono delle somiglianze, e mi fa solo piacere perché lei mi piace da morire, ma ognuna ha la sua personalità!

Con la Bertè hai inciso un duetto nel tuo album precedente: siete ancora in contatto?
Sì, ogni tanto ci sentiamo.

Farai un tour?
Sì, partirò a giugno, lo sto preparando con impegno.
Metterò dei grandi schermi, non per megalomania ma perché io, piccolina come sono, rimango sempre nascosta dietro il pianoforte. Credo invece che sia bello vedere la faccia di chi canta, per trasmettere meglio le emozioni.

Be' tu dal vivo sei molto brava, ho avuto la fortuna di vederti la scorsa estate, riesci a trasmettere molte emozioni...
Ti ringrazio. Spero di incontrarvi tutti presto.
Un grande bacione da Dolcenera!
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