Gennaro Cosmo Parlato: tanto trucco, nessuna maschera

1 maggio 2006, "Pride"

"Sono gay da quand'ero in pancia di mia madre: qualunque cosa possa servire alla comunità è importante per me". Intervista a Gennaro Cosmo Parlato, che con il suo stile "teatro e frocismo" ricanta i successi delle dive degli anni '80 conquistando il pubblico. Che aspetta il prossimo CD.

"Noi artisti omosessuali che abbiamo visibilità dobbiamo cercare di fare gruppo. Se ci vogliamo scannare lo possiamo fare in camerino; ma davanti al pubblico, dobbiamo mostrarci uniti. Solo così riusciremo a vincere le nostre battaglie". Gennaro Cosmo Parlato è uno dei pochi artisti in Italia che non nasconde per nulla la propria omosessualità. Anzi. E il pubblico sembra apprezzare, soprattutto nelle esibizioni dal vivo.
Vederlo sul palco è sorprendente, non solo perché è capace di rendere credibili e addirittura amabili vecchi classici degli anni '80, cantandoli con la sua voce insolita e accompagnamenti di cori in falsetto, ma anche perché è dotato di una presenza scenica scoppiettante e coinvolgente con cui colora lo show, tratto dal suo cd Che cosa c'è di strano?, ancora in programmazione nei teatri italiani (dal 28 febbraio al 5 marzo a Milano, il 10 marzo a Mestre, altre date sul suo sito). E nelle pause della tournée prepara il nuovo disco, che uscirà dopo l'estate: lo anticipa un singolo, "C'est la ouate", che è già possibile ascoltare in molte radio e discoteche.
Ma Gennaro non è solo un cantante: con un trucco pesante e gli abiti che ricordano gli anni Trenta ha creato un personaggio curioso che attira l'attenzione e che lo ha portato a essere ospite in molte trasmissioni tv - è stato spesso da Maurizio Costanzo e ora è stabilmente nel cast di Markette su La7. Anche se lui in realtà "nasce" come autore di brani musicali. Un suo pezzo, "Fragile", è stato cantato dalla mitica Mina nell'album Bula Bula. Recentemente ne ha proposto uno, intitolato "Neanche", alla controversa Patti Pravo.
Il successo come cantante lo ha ottenuto solo recentemente e, come avviene spesso, per puro caso. "Un anno fa non mi balenava neanche nella mente una cosa del genere, stavo benissimo a fare l'autore. Non si guadagnava moltissimo però le mie soddisfazioni me le toglievo. Ho collaborato con artiste che per me erano delle icone: Viola Valentino, Fiordaliso, Donatella Rettore... E anche Mina, il massimo per me".

Che rapporto hai tu con queste dive per cui hai lavorato o che hai ammirato? Molte di loro, come Donatella o Fiordaliso, ora sono mie amiche. Ma chiaramente non con tutte si può andare d'accordo. Ad esempio, "Fragile", il pezzo cantato da Mina, doveva essere di Loredana Bertè, ma purtroppo non siamo stati compatibili e così ho deciso di dare alla mia creatura una madre diversa.

Visto che tu le vivi da vicino puoi forse rivelare un mistero della cultura gay: come mai una artista, come Mina, Rettore o la Bertè, diventa una icona gay? Soprattutto perché colpisce l'immaginario. Io mi riferisco a quelle degli anni '80, che conosco meglio: allora c'era un connubio tra la musica, i testi che cantavano e l'immagine. Appena queste artiste apparivano in televisione, facevano bloccare i gay e dire: "Io vorrei essere lei". E siccome un gay è una persona che mediamente riflette un po' di più rispetto a molti altri, riconosce il valore di quella artista e dice: ok, non hai più il fisico di una volta, hai la cellulite in faccia, ma fai parte della mia vita, quindi ti vengo a vedere e vado a comprare il disco.

Il problema è che il mercato oggi non la pensa così... Oggi ci sono le Giorgia e le Dolcenera, e forse è giusto dare spazio alle giovani. L'importanti però è che le giovani facciano sognare come hanno fatto loro, e per ora, a parte Dolcenera che è molto brava, non c'è niente che eguagli quelle artiste. Eccetto Carmen Consoli, che è una grande.

Pensi che la musica possa avere un ruolo sociale? Io credo che la musica abbia un ruolo sociale e anche politico quando non ha la presunzione di volerlo avere. Perché ci sono tanti artisti che hanno avuto questa presunzione negli anni e poi alla fine sono semplicemente gente che gira in elicottero, che c'ha i vigneti sparsi per l'Italia e i miliardi che gli escono dalle orecchie.
Io credo che sia stata più importante una come Gabriella Ferri: lei era una che mostrava le nostre radici, ci sbatteva in faccia che siamo gente popolare, contadini, marinai, pensatori, artisti. Poi se uno fa una canzone come "Il mio nome è mai più" ben venga se è fatta con umiltà, con coerenza e con schiettezza. Ma se è fatta per altri motivi, se la vedranno con la loro coscienza.

In questo mondo della musica pieno di "velate" tu quanto ti senti parte della comunità omosessuale? Io sono gay da quando ero in pancia di mia madre. Quindi tutto quello che può aiutare noi come comunità gay credo sia importante. E' il discorso che stiamo portando avanti io, Fabio Canino, Costantino della Gherardesca... e spero di coinvolgere anche Platinette, anche se lei è un po' restia: noi che abbiamo l'opportunità di esprimerci, dobbiamo cercare di stare uniti. Poi se ci vogliamo scannare tra di noi lo possiamo fare in camerino. Così secondo me riusciremo a vincere anche le nostre battaglie.

Quali sono le più importanti secondo te, da affrontare subito? Lasciamo perdere il matrimonio, che è pure importante; ma la cosa primaria su cui impegnarci è tutelarci legalmente per i nostri compagni. Se io passo trent'anni della mia vita con un ragazzo, diventiamo vecchi insieme e lui s'ammala, se ci si vuole lasciare una casa o una spilla, dobbiamo poterlo fare perché non è giusto che arrivi uno stronzo di fratello o un parente più lontano e pretenda che sia tutto suo. Non per i soldi, ma per la vita insieme. Vedersi strappar via quella che è stata la tua vita non è una bella cosa. Quindi lasciamo perdere gli abiti bianchi o i fiori d'arancio...

Perché? Non credi al matrimonio gay? E' una cosa da affrontare successivamente. Adesso prendiamoci questo diritto importante che è la legalizzazione della coppia di fatto, poi andiamo pure a sposarci.

Tu credi che le coppie omosessuali abbiano dei meccanismi di funzionamento diverso da quelle eterosessuali? No, non credo proprio. Io credo che le uniche differenze siano se uno c'ha il pene o c'ha la patonza. Il resto non cambia; si provano le stesse cose, le stesse gelosie, le stesse passioni. L'amore è amore, non ci sono diversità. E non è vero che i gay scopano di più degli eterosessuali, perché io conosco certi etero che ci battono alla grande...
Certo, anche noi non siamo degli stinchi di santo...

Tu personalmente come la vedi? Un rapporto di coppia è quello che dura tutta la vita? Magari. Ammiro quelli che stanno insieme per molti anni. Io vado avanti per quattro anni, di quattro in quattro. Poi mi salta qualche rotella e mando tutti affanculo. Poi chiaramente dipende molto anche dalla vita che fai; io sono sempre in giro. Sono io quello sbagliato...

Vivi da solo? Sei innamorato? Ora sì, vivo da solo. E... no, non sono innamorato in questo momento. Sono innamorato della musica.

Lavori meglio o peggio quando sei innamorato? Indifferente. Io nella musica mi annullo completamente. Divento un'altra persona, non sono più Gennaro ma quel brano e non mollo una canzone finché qualcuno non viene a prendermi a schiaffi. In questo sono molto napoletano, è l'Angela Luce che c'è in me.

Sei stato a qualche Gay Pride ultimamente? Dal 2000 credo di averne fatti sei o sette almeno. Chiaramente il ricordo più forte è quello del 2000, una delle cose più belle di tutta la mia vita. La passione che ho sentito in quei giorni credo che poche volte sia stata così forte. E' stato quello il vero Giubileo. Abbiamo avuto il coraggio di dire "noi siamo così": che la Papessa se ne faccia una ragione, che tutti se ne facciano una ragione, noi non gli daremo tregua.

E i locali gay? Li frequenti? Sai, adesso ho una certa età e ci vado meno, però ci hanno campato tanto, su di me. Ho speso tanto di quei soldi! Credo di averli girati quasi tutti, quelli in Italia.

A proposito di eventi gay, questa estate ti sei esibito anche al Friendly Versilia Mardi Gras; che sensazione ti danno manifestazioni di questo tipo? Innanzitutto se non ci fosse stato Canino non so se sarei andato al Friendly Versilia; il fatto che ci fosse lui mi ha fatto venire immediatamente. Fabio è un grande artista: secondo me deve ancora scoprire tutte le sue carte. Io credo che il Mardi Gras, che è una sua creatura come lo è di Alessio De Giorgi e di tutto l'entourage che la organizza, diventerà uno dei festival gay più importanti in circolazione a livello europeo.

Sei riuscito a farti un'idea su che effetto abbiano questo tipo di manifestazioni, anche sul pubblico etero?

Anche loro si rendono conto che a un festival del genere non ci sono ubriachi, gente che si picchia, ma solo gente che ha voglia di divertirsi, di guardare degli spettacoli.


Progetti futuri? Ancora concerti? Nuovi dischi?

Ho ancora molti spettacoli e ci sono anche dei progetti discografici in preparazione: abbiamo appena lanciato il singolo "C'est la ouate" che anticipa il disco nuovo che uscirà dopo l'estate. E poi c'è la televisione, e lì saranno cazzi vostri!

Sono sempre in cerca di nuovi argomenti per stupirvi...

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