Sostegnogay: quando un collettivo diventa espressione di servizi e di cultura glbt

14 luglio 2009

Ermanno Marogna da tempo ha fatto della sua professionalità, quella di counseling, un'attività al servizio delle persone di orientamento GLBT, affrontando in uno specifico programma opportunità che diano ascolto ai linguaggi della comunità, aiutando sia i diretti interessati, gay, lesbiche, trans e bisessuali, sia i loro amici, che abbiano intenzione di relazionarsi, nonché, infine, i loro genitori necessitanti di interpretare le modalità di conoscerne le diverse caratteristiche.


Sostegnogay è un gruppo di persone, coordinato da Ermanno, indirizzato a dare una risposta chiare e autorevoli, consapevoli e responsabili, alla ricerca di interpretazione e conoscenza dei "linguaggi" e dei "significati" di una vita quotidiana spesso silenziosa, spesso silentita, spesso sconosciuta nella sua portata.


E' stato costituito anche un sito web, www.sostegnogay.it, dove poter avere maggiori informazioni sul tema e sui servizi di counseling. Una delle principali attività di Sostegnogay è il Teatro dell'Oppresso, nato in Brasile e in Argentina negli anni 60 con la funzione "maieutica" di rendere l'uomo protagonista, lo spettatore attore, invitandolo a essere parte attiva nella comunità, soggetto cosciente, responsabile, consapevole. Ma Ermanno applica questa filosofia anche dal punto di vista sessuale: l'oppresso deve venire liberato dall'oppressione, affermandosi, autodeterminandosi, esprimendo liberamente la propria sessualità, superando ogni ostacolo che si contrappone a questa necessaria emancipazione.


Abbiamo intervistato Ermanno Marogna, ponendogli delle domande sull'attività teatrale e in complesso sul significato e gli obiettivi di SostegnoGay.


Parli di professionalità e di necessità di avere una sicura figura professionale e preparata che sappia esprimere sostegno sociale alle persone di orientamento GLBT: perché nasce SostegnoGay e come si impronta la vostra attività?

SostegnoGay è uno studio professionale in cui svolgo la libera professione di counselor e formatore rivolto in modo specifico all'ambito LGBT. Quindi le attività di SostegnoGay in senso stretto, le conduco io personalmente. Molte attività le conduco in circoli o associazioni LGBT e, in questi ambiti, talvolta coinvolgo altri formatori che possono essere disponibili all'interno dello stesso circolo o altri con cui collaboro da anni. Ho fatto per tanti anni parte di un telefono amico gay, prima come operatore che rispondeva alle telefonate degli utenti, poi come formatore del gruppo di operatori del servizio stesso. Sono stato anche responsabile del gruppo di accoglienza di un circolo gay dove ho incontrato, in oltre 12 anni di volontariato, centinaia di persone che chiedevano di essere ascoltate e aiutate. E' stato in questo contesto che ho iniziato ad occuparmi di accoglienza e di counseling ed è stato proprio li che mi sono reso conto di quanta richiesta di aiuto arrivasse dal mondo LGBT. Mi sono anche reso conto che talvolta non bastava il supporto di un volontario per far fronte ad un disagio, ma talvolta serviva un aiuto più professionale, con una preparazione più approfondita, che potesse proporre un percorso di sostegno e aiuto più strutturato e, appunto, professionale.

Inoltre io mi pongo come gay e quindi chi viene da me, sa che sono omosessuale e questo può facilitare l'incontro empatico poiché la persona che accolgo sa che con ogni probabilità so di cosa mi sta parlando e anche perché anch'io io ho vissuto esperienze simili alle sue.

Tramite SostegnoGay, oltre a promuovere il benessere delle persone LGBT, cerco di creare l'idea di una cultura dell'accoglienza dell'altro sia rispetto all'ambito GLBT, sia rispetto all'alterità in tutte le sue forme.

Credo che non basti occuparsi del benessere delle persone, ma che serva anche occuparsi del contesto in cui queste vivono per modificarlo e renderlo più accogliente.

Uno degli strumenti che uso per ottenere questo scopo, è il Teatro dell'Oppresso poiché agisce sul sociale grazie alla formula del teatro.


Quale è la tua formazione?

Negli oltre 12 anni che ho fatto di volontario, ho seguito vari corsi sul counseling telefonico e sull'accoglienza in vari ambiti, dove ho acquisito i rudimenti del counseling e dell'ascolto attivo in generale.

Ho conseguito un master in counseling presso la scuola superiore Aspic di Modena ed ho anche una formazione in psicodramma avendo frequentato la scuola "centro studi di psicodramma" di Milano dove ho approfondito l'approccio psicodrammatico moreniano e i metodi attivi, nella conduzione dei gruppi.

Una formazione importante per quanto riguarda il "Teatro dell'Oppresso" TDO, l'ho ottenuta seguendo vari seminari condotti da Rui Frati di Parigi a partire dal 2003 e da altri esperti del TDO.


Quante persone si sono affiancate a SostegnoGay e quante si rivolgono? Quali sono le problematiche maggiormente rilevate dagli interessati?

Per quanto riguarda la professione di counselor, essendo libero professionista, opero prevalentemente da solo nei colloqui individuali e di coppia e anche nella conduzione dei gruppi. Quando invece opero in circoli, mi appoggio spesso ad un caro amico e collega che si chiama Enrico Ottaviani, oppure mi appoggio al referente del gruppo che mi ha scritturato.

Le problematiche che vengono portate sono le più varie e sono quelle maggiormente legate all'essere gay, lesbica, trans oggi in Italia.

Le persone che mi chiedono aiuto portano problemi di auto accettazione, problemi in famiglia, come la paura del rifiuto o la paura di deludere o di far soffrire i genitori. Alcuni sentono il bisogno di chiarire se dirlo o non dirlo ai genitori, oppure se in famiglia l'omosessualità è già nota e non si sentono accettati, come fare per stare meglio in questa situazione. Altri elementi che vengono portati sono "sensi di colpa", paure di vario tipo, senso di inadeguatezza, conflitti per motivi religiosi, etici e spesso confusione, incertezza e dubbi. Quindi il vissuto portato in senso generale è davvero molto ampio.

Le coppie omosessuali (maschi o femmine), chiedono sostegno alla coppia preferendo rivolgesi ad un professionista gay, piuttosto che a professionisti cosiddetti generici.



SostegnoGay offre aiuto e punto di riferimento anche per amici e genitori di persone GLBT: quali sono le maggiori richieste che vengono formulate da queste categorie?

Come è noto a tutti, spesso le famiglie vivono in modo problematico e a volte tragico lo scoprire un figlio o una figlia omosessuale. I genitori raramente chiedono aiuto nel senso che preferiscono vivere nel silenzio le loro difficoltà.

Tuttavia alcuni genitori si attivano e vanno a cercare un sostegno e tendenzialmente tendono a chiedere 2 differenti tipi di aiuto, anche se ne emerge un 3° in seguito, ma che non sempre è consapevole all'inizio. Dunque solitamente chiedono:

1) Come fare per aiutare il figlio a cambiare. Pensano di aver sbagliato qualcosa per cui il figlio-a è diventato cosi e quindi vogliono sapere come fare per rimediare.

2) Vengono per capire come fare ad aiutare il figlio a viversi meglio in quanto omosessuale o trans.

Di solito, in seguito, emerge che sono venuti per loro (ecco il 3° tipo aiuto che dicevo), ovvero si rendono conto che sono loro che hanno bisogno di essere aiutati nell'accettazione dell'omosessualità o transessualismo del figlio/a e questo è un passo importante nel loro cammino e rappresenta una svolta fondamentale.



Quali sono le attività e i campi di attività espresse da SostegnoGay?SostegnoGay offre anche un percorso formativo per volontarie e volontari che vogliano dedicarsi all'iniziativa di counseling per persone di orientamento GLBT?
In linea di massima ci sono 2 aree nelle quali opero in vario modo; l'area dell'aiuto e del sostegno alla persona e al gruppo e l'area del cosiddetta educativa e quindi culturale in senso lato. Le attività possono essere cosi sinteticamente riassunte:

1) Lavoro con le singole persone in colloqui di counseling vis à vis.

2) Colloqui con coppie di gay e di lesbiche.

3) Percorsi di gruppo di sviluppo e crescita

4) Giornate o fine settimana intensivi di sviluppo e crescita a tema.

5) Corsi di formazione per operatori del telefono amico o dell'accoglienza solitamente in circoli e associazioni gay

6) corsi di formazione per operatori e che lavorano in strutture dove fanno accoglienza e dove si possono trovare utenti omosessuali (cooperative o realtà affini).


Ad ottobre di quest'anno, farò partire a Verona un laboratorio di psicodramma LGBT che prevede delle sessioni pubbliche che gestirò con il metodo psicodrammatico moreniano.


L'anno prossimo ho intenzione di rendere lo psicodramma itinerante, ovvero organizzare un vero e proprio tour in giro per l'Italia, per portare in circoli o associazioni le sessioni di psicodramma incentrate sulla realtà LGBT.


Il Teatro dell'Oppresso (TDO) LGBT, non è una attività di SostegnoGay, anche se sono io l'ideatore e il conduttore, ma è una realtà a sé stante in quanto compagnia teatrale che ha l'obbiettivo di operare con lo strumento interattivo proprio del TDO.


Il Teatro dell'Oppresso, nato in Brasile e in Argentina negli anni 60, funzionale a garantire un percorso educativo e maietucio di liberazione della propria personalità nel contesto comunitario. Quale è la filosofia proposta dal tuo gruppo e come si pone nell'ambito della tematica sessuale?

La specificità del teatro dell'oppresso (TDO), è dare la possibilità al pubblico di entrare in scena per interagire con gli attori e per assumere un ruolo attivo portando il proprio contributo in termini di idee e proposte di soluzione, rispetto alla tematica di oppressione e/o di conflitto presentata nella scena. Questa possibilità cambia completamente la prospettiva rispetto al teatro tradizionale che vuole il pubblico passivo e che assiste alla scena senza alcuna possibilità di interazione tra attori e pubblico. Questo aspetto è centralissimo nel TDO ed ha principalmente 2 funzioni:

  1. Portare il pubblico a dialogare sulla scena con gli attori sul tema portato. All'interno della scena stessa, l'attore-pubblico assume il ruolo di un personaggio e come tale agisce, anziché starsene seduto in platea. Dialogando sulla scena il contributo dell'attore-pubblico diventa attivo, partecipato, vissuto in prima persona, il che rende ogni momento più ricco di sfumature emotive, più vivo e più creativo. Il senso di efficacia è molto alto nella persona intervenuta in scena, ma anche nel pubblico che assiste dalla platea, poiché si riducono i confini tra platea stessa e la scena e perché il filo diretto pubblico-scena è più forte grazie alla facilità di accesso alla scena.

  2. Elemento importantissimo; in un periodo in cui noi tutti viviamo spesso un senso di impotenza di fronte alle scelte dei "grandi", che decidono per noi e che ci vogliono persone passive senza possibilità di scelta, con il TDO si può entrare in scena e dare il proprio contributo affinchè la scena a cui si assiste cambi copione. Quindi il TDO ha lo scopo di promuovere la consapevolezza che il contributo di tutti è fondamentale e che non ci si deve arrendere pensando che quello che pensiamo noi, il nostro contributo, sia inutile poiché di poca importanza. Il TDO vuole valorizzare il contribuito di ognuno come elemento essenziale che può cambiare le cose.

E' uno strumento molto efficace nella promozione dell'auto determinazione e della consapevolezza che noi "possiamo cambiare il mondo" nel nostro piccolo.

La ragione per cui ho pensato di estendere al mondo LGBT il metodo del TDO, è legata al fatto che oggi la realtà LGBT, è ancora molto oppressa e non considerata. Il livello di sofferenza e frustrazione in molte persone omosessuali e trans, è ancora alto e questo è un campanello d'allarme da considerare.

In sostanza il TDO si pone l'obbiettivo di aprire una discussione che vuole contestare un sistema in cui i giochi vengono decisi da altri: politica, cultura omofobica, contesto sociale talvolta rigido, clero, ecc.

Il TDO è un modo di cambiare il mondo (o almeno provare) nel qui e ora scenico.



Oggi viviamo una recrudescenza di fenomeni di omofobia e di persecuzione delle persone GLBT, in forme di diversa entità e gravità, spesso legittimate da comportamenti poco sensibili da parte di figure istituzionali: come poter resistere e contrastare questa deriva razzista e discriminatoria? Quali sono le prospettive politiche del Movimento GLBT, storicamente unica aggregazione internazionale finalizzata alla rivendicazione dei diritti della comunità GLBT?

E' indubbiamente reale che viviamo una deriva di assenza di legalità e di diritti civili. Questo lo si avverte anche nel "vuoto giuridico" che riguarda l'ambito dell'orientamento sessuale. Tale vuoto giuridico e l'assenza di riconoscimento e di tutela di questa differenza, unita ad una cultura omofobica dilagante alimentata dalla manza che dicevo, crea il presupposto per un aumento dell'intolleranza e della violenza verso gay, lesbiche e trans. Le classi politiche sono totalmente sorde - sinistra inclusa, salvo qualche voce isolata - e pertanto rimane al movimento LGBT il compito di rivendicare i propri diritti passando prima di tutto attraverso l'informazione e la cultura. Se la comunità LGBT non è consapevole di avere diritti e quindi dignità, difficilmente li rivendicherà. Quindi il movimento LGBT non ha solo la funzione di sensibilizzare i politici e la collettività "etero", ma anche l'intera comunità LGBT e mi riferisco alla maggioranza di persone che vivono ancora nell'ombra e nell'anonimato. Quindi è il movimento LGBT in tutte le sue forme, che ha il compito di creare una cultura della differenza.

Il TDO LGBT è uno strumento per avviare questo processo ma non è certo l'unico. Sarà tramite l'impegno di tutti e la messa in campo di varie iniziative come conferenze, rassegne di cinema, arte, letteratura, campagne di informazione nelle scuole, ecc. che possiamo sperare di cambiare le cose. Quello che è importante è il non restare fermi e passivi di fronte a tutto questo. Sono inoltre convinto che sarà l'impegno costante di tutti e soprattutto la nostra creatività a seminare i germi del cambiamento affinché possiamo vivere in un mondo un po' più accogliente per tutti.

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