Felix - Ci puoi fare una breve biografia?
M.
Mieli - Sono nato a Milano il 21.5.1952 e quindi sono infrasegno tra il toro
e i gemelli, ascendente sagittario.
Ho
vissuto in campagna vicino a Como, fino all'età di 16 anni; nel
1968 sono venuto a Milano e ho partecipato alle attività del movimento
fino al 1971, quando sono partito per l'Inghilterra, dove ho cominciato
a partecipare al "Gay liberation front". Negli anni successivi mi
sono occupato del FUORI! a Milano, finché nel 1974, quando questo
gruppo si è legato al Partito Radicale, mi sono allontanato, perché
non sono d'accordo su nessuna politica in genere; io credo nella possibilità
di cambiare totalmente il mondo, ma so che per cambiarlo non si passa attraverso
la politica, ma attraverso "qualcos'altro ".
In
seguito ho preso parte all'attività dei COM (Collettivi omosessuali
milanesi): fra l'altro, con un gruppo dei COM, "Nostra Signora dei Fiori",
ho partecipato alla realizzazione di uno spettacolo teatrale, intitolato La Traviata Norma, del quale è stato stampato anche un libro
edito dall'Erba Voglio, col medesimo titolo.
Nel
1976 ho scritto Elementi
di critica omosessuale, che è una riscrittura della mia
tesi di laurea in filosofia morale. Questo libro è stato pubblicato
nel 1977 da Einaudi.
In
seguito mi sono dedicato all'amore, fondamentalmente, cioè nel realizzare
nella vita concreta il mio sogno amoroso, e mi sono occupato di alchimia,
e sto scrivendo attualmente un romanzo autobiografico che spiega alcune
scoperte che ho fatto lungo la strada alchemica. Attualmente sono in Estremo
Oriente.
Felix - In una pagina del tuo libro tu scrivi: "Per la creazione del comunismo
è conditio sine qua non, fra le altre, la completa disinibizione
delle tendenze omoerotiche". Tu credi ancora nella creazione del comunismo?
M.
Mieli - Sì e anche nì.
Io
credo che questo mondo sia destinato a finire; esiste però una possibilità,
e cioè che la fine sia una catastrofe di tipo nucleare qualora i
capi di Stato siano pazzi quanto, ad esempio, lo sono stati Hitler e Mussolini,
e quindi si scateni una guerra nucleare in grado di distruggere il pianeta,
oppure una catastrofe ecologica. Non vedo altra alternativa a questa possibile
catastrofe, se non nella creazione di una società in cui tutti gli
esseri umani, uniti nell'armonia, si rimpossessino dei mezzi di produzione,
creino un nuovo modo di produzione e le condizioni necessarie per sviluppare
in armonia e tutti insieme una vita libera.
Credo
che sempre si sia frainteso ciò che Marx intendeva come comunismo.
Marx usava l'espressione hegeliana "regno della libertà" per definire
il comunismo, e soprattutto "conditio sine qua non" (secondo
Marx) per la creazione del comunismo era la realizzazione di un nuovo modo
di produzione, che nulla avesse a che vedere col modo di produzione capitalistico.
Io
mi definisco un marxiano, se si tratta di darsi una definizione, non un
marxista, perché considero tutti i marxisti che sono venuti dopo
Marx, nemmeno ad eccezione di Lenin, dei deformatori della teoria marxiana.
Considero quindi il comunismo, che auspico si possa realizzare sul pianeta,
in una forma molto più simile in Marx che nei marxisti.
Felix - Il tuo libro, Elementi di critica omosessuale, è stato
considerato dal "movimento gay" il manifesto per gli omosessuali che vogliono
liberarsi dall'oppressione: molto spesso nei nostri articoli facciamo riferimento
al tuo libro. Desidero sapere se a distanza di tre anni dalla diffusione
delle tue analisi ci sia qualcosa di superato.
M.
Mieli - Penso che le analisi portate da me nel libro Elementi di critica omosessuale vadano ampliate e che molti argomenti da me trattati nascondevano qualcosa
di inesplorato allora ancora in me, e che oggi va esplicitato e comunicato
agli altri. Nella liberazione del desiderio omosessuale si cela un segreto
ancora più grande di quello che io ero riuscito ad intuire scrivendo Elementi…
Considero
possibile ampliare la disanima della questione sessuale quale è
stata portata avanti in Elementi, ma non rinnego nessuna delle parole
di Elementi.
Felix - Nel tuo libro c'è un punto che tu non analizzi ma che mi preme
discutere: "A causa della educastrazione si diventa eterosessuali ed
omosessuali... In definitiva non si riesce ancora spiegare perché
alcune persone diventano gay e le altre etero... Ma se l'omosessualità
è congenita, evidentemente non ha senso cercarne la genesi".
La domanda è questa: in una società improntata a modelli
eterosessuali, come è possibile che vi siano degli omosessuali,
dal momento che non si può parlare di libera scelta? E poiché
tu affermi che la norma è eterosessuale, anche se non analizzi la
"diversità" omosessuale rispetto alla normalità etero, mi
interessa sapere almeno se hai riflettuto e dato delle spiegazioni a te
stesso.
M.
Mieli - Sì, ho pensato molto spesso a questo, e credo che per me non è
ancora possibile dare una risposta teorica da divulgare. Posso dire che
ci possono essere svariati motivi che portano all'affermazione preminente
del desiderio omosessuale piuttosto che di quello eterosessuale in una
persona, ma mi sembra che ancora oggi sarebbe avventato avanzare delle
ipotesi generalizzanti di spiegazione del fenomeno.
Io,
in Elementi, ho scritto una cosa che credo di poter ribadire ancora
oggi: "Soltanto liberando la sessualità si può capire
per quale motivo tanto a lungo sia rimasta repressa. È molto difficile
stabilire ciò che è, se questo qualcosa è represso".
La cosa più importante è la prassi di liberazione, alla quale
far seguire un ragionamento conseguente, che possa favorire una ulteriore
prassi.
Felix - Secondo te la liberazione omosessuale porta al comunismo?
M.
Mieli - La liberazione omosessuale, come ho già detto, è una delle
condizioni necessarie per la realizzazione di una società armonica,
perché sappiamo quanta violenza scaturisca dalla rimozione forzata
del desiderio omosessuale. Sappiamo quanta competitività e quanto
agonismo derivino dalla repressione delle componenti sessuali in noi. Quindi
penso che per creare una società armonica sia impossibile continuare
a reprimere la sessualità, quale si fa oggi, mentre però
non penso che la liberazione della sola omosessualità sia di per
se stessa garanzia per la creazione di un mondo armonico, anzi, ritengo
che sia possibile liberare in forma mercificata l'omosessualità
o altre forme di repressione nell'ambito della società capitalistica.
Ciò non fa che accentuare la crisi interna al capitalismo, la contraddittorietà
del capitalismo, ma, al tempo stesso, non è una condizione sufficiente
liberare le cosiddette perversioni, per creare una società armonica,
se oltre alla sessualità non si libera anche lo spirito.
Felix - Grazie alla lotta dei gay il mondo diventa più gay? Qual è
la tua collocazione rispetto al movimento omosessuale, è ancora
necessaria la nostra lotta e cosa pensi dei giornali "Lambda" e "Fuori!"?
M.
Mieli - Io non penso, in questo momento, di potermi considerare un militante
del movimento gay, perché lo considero ad un livello ancora troppo
basso rispetto a quello che a me interesserebbe per poterci partecipare,
ad una lotta ed un'attività in comune.
Il
mio giudizio su "Fuori!" e su "Lambda" è prevalentemente negativo;
considero entrambi i giornali ripetitivi, scritti piuttosto male e soprattutto
poco approfondita la ricerca che è portata avanti sull'emancipazione
umana e della liberazione sessuale. Oltreché li trovo troppo compromessi
con la politica e troppo compromessi con la liberazione mercificatoria
della sessualità, che il capitale opera per conto proprio.
Felix - Su "Lambda" vogliamo portare una critica all'omosessualità
qualora possa diventare una "norma", quindi rifiuto dell'antinorma. Vorremmo
portare un discorso critico rispetto il corporativismo, il potere omosessuale
di alcuni ambienti (analisi che, a mio avviso, sul "Fuori!" è carente):
cosa pensi di questo?
M.
Mieli - A questo punto potrei ripetere quanto ho già scritto in Elementi,
posso pertanto rimandare i lettori che sono interessati a quello che penso
rispetto alla lotta contro la liberazione dell'omosessualità all'ultimo
paragrafo del secondo capitolo di Elementi di critica omosessuale.
Posso
dirti che sono favorevole a qualunque lotta venga compiuta più a
fondo possibile, contro le forme di mercificazione o di falsa liberazione
dell'omosessualità e delle altre cosiddette "perversioni".
Felix - Tu vivi ancora momenti di repressione, o attualmente è tutto
più facile?
M.
Mieli - Io ti posso dire che la mia vita è cambiata, cioè sto meglio
di come stavo un anno fa.
Cioè,
la liberazione per me è pratica quotidiana. Non vi è nessun
atto della giornata che io compia senza pensare a migliorare la vita mia
o quella degli altri. Considero che chi si muove nella propria vita animato
dal desiderio di aiutare gli altri e aiutare se stesso a migliorare le
proprie condizioni esistenziali, a poco a poco sta meglio, ed effettivamente meglio. Certo, subisco ancora tutte le repressioni che la società
impone agli omosessuali appariscenti come sono io; ciò non toglie
che mi creano molti meno problemi e mi inibiscano molto di meno di quanto
mi inibissero una volta, perché dentro di me io sono in un certo
qual senso legato a me stesso. Mi amo e di conseguenza la gente può
dire quello che vuole.
Felix - Attualmente stai scrivendo un libro: ne puoi parlare brevemente?
M.
Mieli - Ho detto precedentemente che si
tratta di un romanzo autobiografico, il quale anche può concernere
alcune ricerche che io ho fatto nei campi dell'esoterismo: ho anche detto
che mi occupo di alchimia da alcuni anni. Questo libro è il frutto
di una ricerca letteraria, alchemica, esistenziale. Racconta i più
importanti incontri con uomini, omosessuali di alta spiritualità
che hanno reso più felice, più rosea e più seria la
mia vita. Si tratta dunque della storia di una checchina borghese che a
poco a poco diventa alchimista; il titolo, per il momento provvisorio,
è Gineprai. [Nota: Il titolo
con cui sarebbe stato pubblicato è Il
risveglio dei faraoni].
Felix - All'inizio accennavi a "qualcos'altro".
M.
Mieli - A moltissime cose; questo qualcos'altro sta per moltissime cose.
C'è qualcosa in particolare che desideri sapere? La prima che ti
viene in mente.
Felix - Ecco, il discorso sull'alchimia a me non coinvolge per niente, sono
molto ignorante.
M.
Mieli - Non esiste possibilità di liberare a fondo l'essere umano, e quindi
la sessualità, senza passare attraverso la strada alchemica. A questo
proposito consiglio ai lettori di leggere La psicologia del tranfert
di Jung, per esempio, libro che è il suo testamento morale e che,
pur senza svelare quali siano le materie prime sulle quali viene operato
il procedimento alchemico, dà però un'idea del rapporto che
esiste tra alchimia e liberazione, entro di noi, dell'altro sesso represso;
per esempio, all'interno dell'uomo della donna, e all'interno della donna
dell'uomo.
Uno
dei motivi per cui considero ad un livello piuttosto basso giornali come
"Fuori!" e "Lambda" è perché chi parla di liberazione sessuale
oggi dovrebbe sapere cos'è l'alchimia. Io so molte cose sull'alchimia,
e in questo libro voglio divulgarle.
Nella
storia dell'alchimia c'è sempre stato un grosso problema, che gli
alchimisti consideravano delatore colui che avesse svelato qual
era la materia prima che stava alla base del procedimento alchemico. Ebbene,
io sono il DELATORE, sono il primo alchimista europeo che rivelerà
pubblicamente qual è la materia prima dalla quale si sviluppa il
procedimento alchemico. Posso già dire questo e l'ho già
detto pubblicamente nei teatri e tramite i giornali ed anche in Elementi
di critica omosessuale; soltanto coloro che erano già alchimisti
hanno capito che io sapevo, gli altri non se ne sono accorti: la materia
prima è l'oro. E se voi leggete in Elementi l'ultimo paragrafo
del terzo capitolo dovreste capire qual è l'oro che noi tutti possediamo
e che, se ingerito, permette di sviluppare in noi la strada alchemica. [Nota: gli escrementi]
Felix - Per migliorare giornali quali "Fuori!" e "Lambda", cosa ci consigli?
M.
Mieli - Cerchiamo di essere il più possibile sinceri. Tu mi dirai "perché
non hai detto cos'è l'oro?", in questa conversazione in particolare
non voglio dirlo (anche se l'ho già ripetuto diverse volte), cioè
faccio una scelta, ma non è tanto censoria, quanto è non
trattare gli altri come bambini e dar loro tutto con il cucchiaino in bocca,
dare un'idea affinché loro possano in un certo qual modo sviluppare
la ricerca partendo da loro intuizioni.
Il
suggerimento che io posso dare per un miglioramento di "Lambda" è
che chi scrive lo faccia effettivamente, sinceramente, senza operare delle
censure rispetto al proprio pensiero, e poi abolirei tutto quello che è
pubblicità, nei limiti del possibile. Perché non fare ad
esempio una critica che parta dai vostri vissuti personali di tutti i locali
pubblicizzati su "Lambda"? Voglio dire, leggendo "Lambda" non si vede chiaramente
l'autenticità della vita di chi lo fa, l'autenticità dei
problemi che ancora si incontrano nei luoghi che attualmente sono ancora
il ghetto omosessuale. Trovi che è ancora un giornale da ghetto.
Felix - Esiste
una "cultura" omosessuale in Italia?
M.
Mieli - Io sono contrario al termine "cultura" in genere, trovo che sia un termine
capitalistico, da setta intellettuale che a me non interessa personalmente;
penso invece, evidentemente, ci siano stati degli uomini di "cultura" come
ad esempio Pasolini, che hanno sviluppato un discorso attinente all'omosessualità.
Pensi che tra i grandi artisti di sempre, tra i grandi uomini politici
di sempre, tra gli uomini comuni di sempre, le donne di sempre, tanti omosessuali
ci sono stati anche in Italia.
Quindi
la cultura italiana è in gran parte omosessuale.
Felix - Hai avuto delle esperienze di LSD?
M.
Mieli - Sì, ho fatto un centinaio di trip, ma è dal gennaio
1978 che non prendo più LSD.
Felix - Hai avuto degli amori folli? Hai uno stereotipo? Rifiuti il rapporto
di coppia?
M.
Mieli - Sì, la mia vita
è una vita di grandi amori, ne ho parecchi contemporaneamente;
attualmente i miei amori sono otto (quelli proprio che vivo). Posso dire
che mi piacciono i belli, in genere, ma come bello non intendo solo fisicamente
ma anche spiritualmente. Rifiuto il rapporto di coppia, altrimenti non
potrei avere otto amori contemporaneamente.
Felix - Le tue esperienze con la psichiatria: tu sei stato classificato come
malato mentale?
M.
Mieli - Sì, sono stato in un ospedale psichiatrico sia in Inghilterra
che in Italia. Quello inglese era un ospedale lainghiano, quindi anti-psichiatria,
e posso dirti che è la stessa merda dell'ospedale psichiatrico tradizionale;
non capiscono un cazzo della cosiddetta "malattia mentale"